Il regista austriaco Gustav Deutsch, ha presentato due anni fa al Trieste film festival, un’opera cinematografica che trasforma in film 13 celebri dipinti dell’artista americano Edward Hopper, in cui fa risorgere le atmosfere glaciali e malinconiche, caratteristiche della sua pittura. Quel film è visibile fino al 24 luglio alla mostra dedicata a Hopper che si sta tenendo a Palazzo Fava a Bologna.
L’America amara e struggente degli anni 50, perfettamente riprodotta sullo “schermo” pittorico da Hopper, prende così vita attraverso questo lungometraggio intitolato “/Shirley, vision of reality”, la cui protagonista è una donna combattiva ed emancipata immersa nella situazione politica e sociale americana degli anni 50/60, da cui tira fuori personali impressioni e meditazioni. /
Gli ambienti metafisici pervasi da bagliori freddi e irreali, i personaggi calati nelle loro decadenti introspezioni e le colorazioni stilistiche sfavillanti e vivaci, riespongono con precisione e fedeltà
le tele del pittore americano.
Cinema e Arte, ancora assieme, per rivelarci pensieri, sguardi e turbamenti di un’epoca indimenticabile.
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