Ogni nazione ha il suo Texas e il Texas italiano è il Veneto. Nessun dubbio, a riguardo. Piccola Patria di Alessandro Rossetto racconta un chilometro quadrato di Veneto che riunisce storie e ossessioni del piano padano. Un chilometro quadrato in cui si trovano la casa di una famiglia media con padre fiero xenofobo autonomista, la stalla dove lavora un giovane di origine albanese, l’albergo a 5 stelle in cui trova massima esaltazione quel lusso di provincia che spopola tra Lombarda e Veneto. Piccola Patria è la storia dei desideri e delle ansie represse di due generazioni, quella delle figlie e dei padri, che vivono del sogno della fuga e dalla rabbia contro gli stranieri.
Desideri repressi che portano alla noia e alla depressione, con il risultato che le figlie si prostituiscono per pochi soldi, mentre i genitori imparano a sparare per difendersi dai forestieri. Gli stranieri sono personaggi di contorno, le cui vite si intersecano pesantemente con gli italiani, ma rimanendo sempre e comunque sullo sfondo.
Piccola Patria è un film che fa male, un film bellissimo che non ha pietà di posti brutti ed esistenze ancora più brutte. Il perfetto contraltare in pellicola dello splendido progetto Padania Classics.
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