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La bellezza nascosta delle grotte di Nettuno ad Alghero

Se siete stufi delle solite prove generali di luna di miele per San Valentino, amate la calma e la tranquillità e magari vi dilettate anche nello scattare foto,  Alghero, in Sardegna, è il posto dove trascorrere il prossimo week-end. Presso questa piccola località potrete farvi investire da tutta la bellezza delle grotte di Nettuno: Una formazione cavernosa ricoperta da stalattiti e stalagmiti (ricordate la differenza?) al cui interno è presente un lago salato sullo stesso livello del mare.

 

Foto di Michela Simoncini

 

La leggenda vuole che, nel dicottesimo secolo, un pescatore sardo notò l’ingresso della grotta a circa un metro dal livello del mare e una volta riusciuto ad entrare rimase meravigliato dalla bellezza del posto. La posizione, la bellezza e il fatto che la grotta è raggiungibile solo se le condizioni meteo-marine lo permettono, ha contribuito ad associare questa meraviglia naturalistica al dio dei mari Nettuno.

Oggi è possibile entrare nella grotta di Nettuno in due modi (Lo ricordiamo ancora una volta: solo se le condizioni meteo-marine lo permettono). A piedi, percorrendo la Escala del Cabirol ( in italiano La scala del capriolo), una scalinata di 640 gradini di cui è inutile chiarire l’etimologia: provare per credere. L’altra possibilità è via mare, con partenza dal porto di Alghero o dall’imbarco del molo della Dragunara a Porto Conte.

 

Una volta entrati in questa grotta lunga ben 4km potrete spostarvi da una stanza all’altra della casa di Nettuno e restare incantati dale bellezze visitabili presso questa meraviglia nascosta d’Italia:
Il Lago Lamarmora, un lago salato sotterraneo, che presenta al centro una colonna stalagmitica che si è guadagnata il nome di Acquasantiera grazie ai ricetticoli nella parte alta che contengono acqua dolce. Sul fondo del lago è presente una formazione di stalagmiti chiamata Albero di Natale.
La Sala delle Rovine, nome dovuto agli scempi dei visitatori nell’Ottocento
La Sala della Reggia, che deve il suo nome alla magnificenza di questi spazi, con colonne calcitiche di circa 9 m, la cui parte più alta raggiunge i 18 m.
La Spiaggia dei Ciottolini, purtroppo rimasta orfana proprio della pavimentazione di sassi che le ha fatto guadagnare il nome.
La Sala Smith o Sala Dell’Organo, dal nome del capitano inglese fra i primi scopritori nell’800, al cui centro si trova un’alta colonna chiamata Grande Organo le cui colate assomigliano alle canne dello strumento musicale. La Cupola è invece una formazione di stalagmiti lisce unita al soffitto.
La Tribuna della Musica, una sorta di balconata che si affaccia sopra la sala della Reggia e sul lago (pronti a scattare la foto della vita?).
La Sala delle Trine e dei Merletti, ultima “stanza” della casa del dio dei mari.

 

foto di Antonio SCIMECA

 

La bellezza di questo luogo non si presta solo a viaggi autenticamente romantici e a servizi fotografici mozzafiato: le grotte di Nettuno sono state scelte nel 1978 dal regista Sergio Martino come location  per il suo “L’isola degli uomini pesce“, oltre ad aver rappresentato l’habitat ideale per la foca monaca, mammifero di cui purtroppo oggi non vi è più traccia all’interno del complesso cavernoso.

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Matteo Scotini

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