Una delle più antiche e meglio conservate foreste planiziarie d’Italia. Quest’anno celebra 750 anni di gestione collettiva e sostenibile, un modello antico di ecologia sociale che si tramanda dal 1275 e che ancora oggi affascina appassionati di natura e storia.
La sua posizione strategica, tra risaie, canali e le prime propaggini del fiume Po, rende il bosco un’oasi preziosa nel paesaggio piemontese, ideale per passeggiate autunnali che si colorano del caratteristico foliage di faggi, querce e castagni.
Storia millenaria e gestione comunitaria del Bosco delle Sorti
Il Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino Vercellese rappresenta un esempio raro di gestione collettiva della terra, nato nel Medioevo quando un gruppo di famiglie di Trino decise di amministrare insieme questo vasto territorio, dividendolo in “sorti”, ovvero appezzamenti assegnati a rotazione. Questa pratica, adottata fin dal 1275, garantiva a tutti equità nell’accesso a risorse naturali come legna e frutti, preservando l’ecosistema e favorendo una forma primitiva di sostenibilità. Nonostante i mutamenti storici e sociali, la Partecipanza dei Boschi di Trino continua a custodire questo patrimonio con lo stesso spirito collettivo e responsabilità, rendendo il bosco un simbolo di equilibrio tra uomo e natura.

Oggi, il bosco è riconosciuto come Riserva Naturale Regionale, parte integrante del sistema delle Aree Protette del Po piemontese, e si estende su oltre 600 ettari: una testimonianza preziosa della foresta planiziale padana, ormai quasi scomparsa altrove per via delle trasformazioni agricole intensive.
Con l’arrivo dell’autunno, il Bosco delle Sorti si trasforma in un vero e proprio spettacolo naturale: i colori caldi di foglie dorate e rosse si mescolano ai profumi di terra umida, creando un’atmosfera suggestiva e rilassante. I sentieri immersi nel bosco, come quelli che conducono alla Bric La Rosa o lungo il Canale Cavour, si animano di luce filtrata e riflessi d’acqua, offrendo un’esperienza di trekking lento ideale anche per famiglie e appassionati di birdwatching.
Il sottobosco si arricchisce di specie autoctone e rare, mentre le antiche querce monumentali e i faggi secolari testimoniano la longevità e la vitalità di questo ecosistema. Il terreno, spesso umido in autunno, suggerisce di munirsi di scarponcini da trekking leggeri per affrontare al meglio la passeggiata.
L’ingresso principale del bosco si trova in località Lucedio, accanto all’Abbazia cistercense di Santa Maria, un altro gioiello storico e spirituale di Trino, immerso tra le risaie e le colline del Monferrato.
Il comune di Trino Vercellese, con i suoi 7.221 abitanti e un territorio che si estende per oltre 70 km² ai piedi delle colline del Monferrato, è un luogo dove la natura e la storia si fondono. Oltre al Bosco delle Sorti, Trino è noto per la sua vocazione agricola, in particolare per la coltivazione del riso, introdotta nel XV secolo, e per le sue testimonianze architettoniche come l’Abbazia di Lucedio e le chiese storiche di San Bartolomeo e Santa Caterina d’Alessandria.
