Sempre dritti. È questa l’unica regola della Traversata di Milano a Piedi. Dopo la prima esplorazione cittadina del 2017 già raccontata su Dailybest, esattamente un anno dopo io e Gabriele Ferraresi ci siamo rimessi in cammino. Visto che l’asticella va spostata sempre più in alto, quest’anno abbiamo scelto più km, più zone mai esplorate in precedenza e persino un pezzo vietato ai pedoni. Che ribelli.
Prima di partire, però, ci siamo organizzati e ci siamo fatti aiutare (grazie!): ci siamo dotati di scarpe Pony per affrontare il percorso e di un Google Pixel 2 XL per tutte le foto e tutti i video che vedrete in questo articolo.
Lo scorso anno il percorso era da Nord a Sud: partiva da Niguarda, passava per Isola e per il centro, per andare a concludersi nei vialoni infiniti di Gratosoglio. Quest’anno, si è scelto l’asse Ovest-Est, per la precisione da Seguro all’aeroporto di Milano Linate.
In caso non conosciate Seguro, non sentitevi in imbarazzo: non lo conoscevamo nemmeno noi fino a quando non abbiamo cercato il limite Ovest della città di Milano. Ci saremmo potuti fermare anche più a ridosso del confine, ma quando abbiamo letto questo nome così esotico ci siamo sentiti catapultati a El Paso e non abbiamo saputo rinunciare. La scelta di Seguro ci è costata circa 2km in più, così come la decisione di andare fino all’aeroporto. Risultato: un percorso di 21km, di fatto una mezza maratona, rispetto ai 15 dello scorso anno, coperti in circa sei ore e trenta minuti (mini-pausa pranzo compresa).
Dalle lande di Seguro abbiamo costeggiato il campeggio di Milano (esiste!) e Acquatica, per passare poi accanto allo stadio di San Siro all’indomani del concerto di Fedez e J-Ax. Dal mito di Italia ’90 al luogo simbolo dell’architettura contemporanea milanese, ovvero Citylife. Da lì, tutto dritto passando per Santa Maria delle Grazie e dal Duomo, unica zona in cui, complice il caldo, abbiamo incontrato dei cristiani che ci hanno dato l’opportunità di fare un po’ di foto rubate come piace a noi. Il pranzo – il miglior panino di sempre, o almeno così ci è sembrato – l’abbiamo consumato dalle parti piazza Tricolore, per poi buttarci nel drittone infinito di corso XXII Marzo e viale Corsica, confortati dalla vista di un trio di ragazze che prendevano il sole in costume dalle parti di piazza Grandi. Da lì, solo viale Forlanini: lunghissimo, infinito. E poi solo i tassisti che ti sfottono mentre fanno la foto celebrativa.
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