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Abbiamo intervistato l’uomo che da 10 anni raccoglie i segreti più oscuri della rete su Postsecret

“Tutti quelli che mi conoscevano prima dell’11 settembre pensano che io sia morto”.

 

Nel 2003 Frank Warren, un quarantenne qualsiasi con un noioso lavoro qualsiasi, parte per una breve vacanza a Parigi. In una libreria compra una copia de Il Piccolo Principe, che contiene anche alcune cartoline con le celebri illustrazioni di Antoine de Saint-Exupéry. Durante la notte fa un sogno strano: qualcuno ha scarabocchiato sopra alle cartoline frasi misteriose, disegni evocativi e segreti inconfessabili. Quel sogno diventerà l’embrione di un’idea che una volta tornato in America non riuscirà più a schiodarsi dalla testa. Comincia a lanciare un invito nell’etere: qualcuno è disposto a spedirgli per posta a casa delle cartoline anonime in cui confidare i propri segreti? Se sì, lui le raccoglierà tutte e le pubblicherà in un blog. Incredibilmente il popolo di Internet risponde in massa all’appello, spesso trasformando un banale pezzo di cartoncino in una vera e propria opera d’arte: nel 2005 nasce Postsecret, il blog in questione, che da allora viene puntualmente aggiornato ogni domenica. Le prime dieci candeline sono un traguardo da celebrare: oltre a curare una mostra delle sue cartoline al museo postale dello Smithsonian Institute (in corso a Washington fino a settembre 2016), Frank Warren continua a girare l’America con i suoi Postsecret Live! Event, una performance di grande impatto emotivo per calarsi in maniera ancora più totale nelle vite degli altri.

 

“Sei l’unica persona con cui non ho mai finto l’orgasmo”.

 

Nei suoi primi dieci anni di attività Postsecret ha ricevuto e custodito un milione di segreti in perfetto anonimato – per la gioia dei postini che ogni giorno recapitano centinaia di cartoline a casa Warren. Ad oggi il sito ha totalizzato oltre 700 milioni di clic, ha dato vita a una serie di libri fotografici di grande successo (sei i volumi editi finora), si è trasformato in una mostra itinerante ed è perfino stato l’ispirazione per un episodio di CSI: New York: “Non immaginavo che sarebbe diventato un fenomeno di questa portata – ci racconta Frank, che ancora oggi gestisce il sito in prima persona – ma sono sempre stato convinto del fatto che la gente avesse una ricca vita interiore e che se avessi creato un posto sicuro in cui la gente potesse condividere i propri segreti più intimi senza sentirsi giudicata, sarebbe successo qualcosa di speciale”.

Trasformare il progetto in un business sarebbe stato molto semplice, ma il suo creatore ha preferito dare la priorità al benessere dei suoi utenti. Tanto che nel 2012, dopo soli due mesi dal suo lancio, ha rimborsato gli utenti e ritirato da Apple Store la app di Postsecret a causa dei continui episodi di bullismo e violenza verbale, nonostante fosse in testa alle classifiche di vendita e costasse 1,99 dollari.

 

“Faccio la cacca al lavoro, così il mio ragazzo non scoprirà mai quanto puzza”.

 

Non tutti i segreti ricevuti da Postsecret trattano di massimi sistemi, sia chiaro: stando a Frank, una delle confessioni che riceve più frequentemente è “Faccio pipì sotto la doccia”. Ma gli è capitato anche di trovarsi per le mani delle vere e proprie bombe a orologeria. “Mi chiedono spesso cosa faccio quando ricevo la confessione di qualche crimine: ogni tanto mi succede, ma non così spesso” racconta. “Negli anni, comunque, sono stato spesso contattato dall’FBI, dalla polizia o dalle autorità postali”. Il caso più eclatante risale al 2013: “Mi è arrivata una cartolina che sembrava mostrare una piccola porzione di Google Maps, con una freccia che puntava in un luogo preciso. Il messaggio recitava ‘Ho detto a tutti che lei mi ha scaricato, ma sono io che ho scaricato il suo corpo qui‘. Ho chiesto aiuto alla comunità di Reddit per localizzare dove si trovasse esattamente il luogo indicato dalla mappa, e a quel punto abbiamo contattato la polizia che ha scandagliato la zona. Per fortuna non è stato trovato nulla, ma questo episodio è ancora oggi un monito che ci ricorda della gravità dei nostri segreti”.

 

“Ho detto a tutti che mi ha scaricato, ma sono io che ho scaricato lei (il suo corpo)”.

 

Un altro tema controverso è ovviamente quello del suicidio: nel 2011 il sito è stato oggetto di aspre critiche per aver pubblicato l’audio di una segreteria telefonica. “Questo è il messaggio che mi ha lasciato la mia ragazza nel gennaio 2009, appena prima di togliersi la vita. Non ho risposto al telefono perché ero a lezione, e lo rimpiango da allora”, spiegava la nota in allegato. “Quando accetti di pubblicare segreti anonimi, devi essere preparato a ricevere confessioni di ogni tipo dice Frank, ben consapevole del problema.

 

“Quando questa foto è stata scattata stavo decidendo dove mi sarei tagliata quella notte”.

 

C’è da dire, però, che Postsecret ha fatto della prevenzione al suicidio la sua principale battaglia. Qualche anno fa il telefono amico rischiava di chiudere i battenti per mancanza di fondi: nel giro di una settimana gli utenti hanno raccolto oltre 30.000 dollari e tuttora continuano a supportare economicamente il servizio con le loro donazioni.

 

“Uno di questi uomini è il padre di mio figlio, e mi paga un sacco di soldi per tenerlo segreto!”.

 

 

 

Marta Blumi Tripodi

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Marta Blumi Tripodi

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