Ambiente
di Elisabetta Limone 5 Giugno 2020

Covid-19 e inquinamento: perché sono collegati e cosa possiamo fare

Da quando il Coronavirus ha iniziato a diffondersi sono state avanzate diverse teorie sulla sua nascita. Si va dalle tesi complottistiche, relative al virus sviluppato in laboratorio, fino ad arrivare alla possibile infezione da parte di animali come i serpenti o i pipistrelli. Ebbene, ci sono anche delle ipotesi che chiamano in causa fenomeni ambientali come l’inquinamento, la distruzione degli ecosistemi e il commercio illegale di animali.

L’inquinamento potrebbe favorire il contagio

Sono diversi gli esperti che sostengono che l’inquinamento dell’aria potrebbe favorire la trasmissione del Covid-19, poiché le polveri sottili permetterebbero al virus di espandersi con maggiore velocità. Lo dice un recente studio condotto dalla SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), secondo cui le già citate polveri sottili (PM10 e PM2,5) dello smog impatterebbero in maniera negativa sull’emergenza sanitaria in corso. È stata infatti rilevata una correlazione fra le città più inquinate della Penisola e la diffusione dei contagi, secondo quanto registrato dai dati dell’Arpa e i numeri in possesso della Protezione Civile. Le teorie sostengono questo: le polveri sottili fungerebbero da nucleo di trasporto per il Coronavirus, permettendo a quest’ultimo di muoversi su distanze molto più ampie del normale e con una concentrazione superiore.

Il monito del WWF sul collegamento tra pandemie e ambiente

Il WWF è intervenuto sottolineando una possibile correlazione fra le pandemie e la mancata tutela degli ecosistemi, insieme al commercio illegale di specie animali. Si tratterebbe di una conseguenza indiretta delle azioni dell’uomo, soprattutto di quelle responsabili della distruzione della biodiversità del pianeta. In che modo la pandemia potrebbe essersi diffusa? Alcune specie animali, per via della distruzione del loro habitat, sarebbero portate a spostarsi e di conseguenza, ciò aumenterebbe il rischio di “spillover”, il fenomeno responsabile del mutamento di un virus e del passaggio da una specie a un’altra. Per fare un esempio, anche se al momento non vi sono certezze, alcuni studi sostengono che il Covid-19 sia stato diffuso dai pipistrelli venduti o macellati presso i mercati cinesi. Anche la vendita, infatti, produce una “migrazione forzata” di queste specie, incrementando il pericolo di contagio.

 

La soluzione passa dalla tutela dell’ambiente

Vista l’importanza dell’ambiente per garantire la salute globale, è fondamentale prestare attenzione a una serie azioni che ogni cittadino può compiere per salvaguardare l’ambiente. In realtà la lista è molto ampia e include ad esempio una spesa alimentare intelligente, attenta a evitare gli sprechi e basata su prodotti freschi, di stagione e a chilometro zero. Un altro aspetto determinante spesso trascurato, è la possibilità di sfruttare le energie rinnovabili in casa, ad esempio attivando un’offerta di gas e luce verde presso società tipo Green Network. L’impatto dell’utilizzo del carbone, del petrolio e dei loro derivati sull’ecosistema è infatti devastante e ognuno di noi può fare la propria parte per limitarlo. Anche l’uso dei mezzi pubblici e della bici può avere un effetto positivo perché contribuisce a diminuire l’inquinamento atmosferico nelle città. Un’altra routine green da abbracciare è la corretta differenziazione della spazzatura, insieme al riciclo e al riuso degli oggetti per limitare a monte la quantità di rifiuti. Nell’elenco si trovano pure la lotta alla deforestazione, l’attenzione a non sprecare le risorse idriche e a limitare i consumi energetici.

Quanto la distruzione dell’ambiente sia o meno responsabile della diffusione di una pandemia come quella in corso è difficile da capirlo, ma sicuramente l’impegno di tutti, in questo come in molti altri casi, può fare la differenza nel prevenire situazioni del genere.

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