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Questo illustratore trasforma i suoi incubi in splendidi fumetti

C’è chi prova con i calmanti e chi va dallo psicologo. E poi c’è chi affronta i propri demoni incanalandoli nell’arte: è questo il caso di Fran Krause, che trasforma gli incubi in fumetti bellissimi.

Krause ha iniziato con le proprie paure e poi ha chiesto ai suoi lettori di inviargli suggestioni da trasformare in disegni: è nato così il progetto Deep Dark Fears, fatto di ossessioni piccole e grandi, raccontate sempre con un tocco di poesia e con una leggerezza unica.

Oggi vi proponiamo alcune delle sue tavole (con relativa traduzione). Se vi piacciono (e non abbiamo dubbi al riguardo), potete trovarne altre sul suo Tumblr e sulla sua pagina Facebook. Ah, c’è anche uno shop.

[via Imgur]

Quando mi sveglio, apro gli occhi molto lentamente, così qualunque cosa si sia nascosta nella mia stanza possa avere la possibilità di nascondersi

 

Quando ero più giovane avevo paura che se fossi morto sarei diventato una comparsa nei sogni degli altri. A volte mi sembra che tutte le persone presenti nei miei sogni siano morte e non abbiano un posto dove andare.

 

“Gesù vive dentro di te. Vive nel profondo del tuo cuore”

 

Quando morirò ho paura di non morire in un colpo solo. Inizierà dai miei piedi e sentirò la morte farsi strada verso l’alto.

 

Da piccolo, mia mamma mi diceva che se fossi andato sulle scale mobili con le scarpe slacciate, le stringhe sarebbero rimaste incastrate e io sarei stato risucchiato sotto le scale. Mi diceva che tutte le guardie dei centri commerciali sono ragazzini che erano rimasti incastrati nelle scale mobili e che sarebbero rimasti lì per sempre.

 

A Brooklyn c’è molto ghiaccio. Ho paura di scivolare e di infilzarmi gli occhi in un’inferriata: la strada sarebbe troppo scivolosa per permettermi di liberarmi.

 

In inverno è bello andare a pattinare sul ghiaccio con qualcuno che ami: se dovesse cadere, attento a non pattinare per sbaglio sopra le sue dita.

 

Ho il terrore che la mia vita sia un’illusione. Un sogno. Ho il terrore di svegliarmi un giorno e scoprire di essere solo un cane con tanta immaginazione.

 

Vivo da solo. Quando di notte vado in bagno ho paura che, tornando a letto, ci sia qualcuno ad aspettarmi.

 

In camera mia c’è uno specchio. Ho paura che di notte il mio riflesso si sieda e mi guardi.

 

Quando saluto una persona e quella non mi risponde, ho paura di essere morto, ma di non essermene ancora reso conto.

 

Spero di non diventare mai una di quelle persone anziane che fanno crescere nei ragazzini il terrore di invecchiare.

 

Non mi piace essere troppo vicina a coltelli affilati. Quindi li sposto, finché non sono più a portata di mano.

 

 

Marco Villa

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Marco Villa

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