A quasi un decennio dall’ultima svolta nel caso Garlasco, torna a parlare Mario Venditti, l’ex procuratore capo di Pavia, che nel 2016 condusse l’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi riguardante Andrea Sempio.
In un’esclusiva intervista rilasciata a Quarto Grado, Venditti ha voluto chiarire alcuni aspetti fondamentali relativi alla sua indagine, ribadendo l’assenza di prove contro Sempio e sottolineando come la sua posizione sia stata più volte archiviata.
L’indagine su Andrea Sempio: nessun riscontro contro l’indagato
Mario Venditti è stato il magistrato che per due volte chiese e ottenne l’archiviazione per Andrea Sempio, accusato inizialmente in relazione al delitto di Chiara Poggi. L’ex procuratore precisa subito di non essersi mai occupato delle indagini su Alberto Stasi, principale sospettato e condannato in primo grado, mentre il suo lavoro si concentrò esclusivamente su Sempio nel 2016.
“Fu la madre di Stasi a presentare una denuncia contro Sempio, ma non emerse mai nulla di concreto”, ha spiegato Venditti nel corso dell’intervista. “Né dalle intercettazioni né da altre fonti investigative sono mai arrivati elementi sufficienti per procedere”. Durante l’interrogatorio, l’ex procuratore si concentrò su tre punti specifici della denuncia: la verifica dello scontrino del parcheggio di Vigevano, le chiamate effettuate alla famiglia Poggi una settimana prima del delitto e le indagini sul DNA.

La decisione di rivalutare il caso nel 2016 non rappresentò un’inchiesta nuova, ma un’analisi più approfondita di prove già esaminate in precedenza dai giudici di vari gradi, inclusi la Corte d’Appello e la Cassazione. “Non ho mai preso le difese degli indagati in nessun caso, e neppure in questo, ma è necessario essere chiari: non ci sono mai stati elementi validi contro Andrea Sempio”, ha dichiarato con fermezza Venditti.
L’ex procuratore ha definito anomalo e scorretto il modo in cui, nel corso degli anni, alcuni aspetti del caso sono stati rimessi in discussione senza nuove evidenze. La sua convinzione è che Sempio sia stato ingiustamente coinvolto in un procedimento giudiziario che non ha mai trovato fondamento. “Andrea Sempio non ha alcun legame con questo omicidio. Sulla scena del crimine c’era una sola persona, e non era lui”, ha concluso.
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L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007, ha rappresentato uno dei casi di cronaca nera più complessi e seguiti in Italia. La vicenda giudiziaria si è intrecciata con molteplici piste investigative, sospetti e controversie processuali. Alberto Stasi, principale imputato e poi condannato, ha sempre sostenuto la propria innocenza, mentre altri nomi sono stati vagliati senza mai trovare conferme definitive.
La posizione di Andrea Sempio, oggetto di una denuncia da parte della famiglia Stasi, ha rappresentato un capitolo secondario ma significativo nel percorso giudiziario. La sua totale esclusione dal coinvolgimento nel delitto è stata sancita ufficialmente da più gradi di giudizio e ribadita dall’ex procuratore Venditti, che ha sottolineato come la sua indagine abbia confermato la mancanza di prove a suo carico.
Le parole di Venditti aggiungono un ulteriore tassello alla complessa vicenda di Garlasco, offrendo una chiave di lettura autorevole e basata su fatti e documenti ufficiali, in un contesto mediatico spesso caratterizzato da interpretazioni divergenti.