Nel recente appuntamento di “Quarto Grado”, andato in onda venerdì 3 ottobre, è stata trasmessa un’intervista esclusiva a Giuseppe Spoto, ex maresciallo dei Carabinieri coinvolto nelle indagini legate al delitto di Garlasco.
La vicenda, che continua a suscitare interesse e approfondimenti, ha visto Spoto difendersi dalle accuse relative alla gestione delle intercettazioni nel caso che riguarda Andrea Sempio, ex indagato per l’omicidio di Chiara Poggi.
Giuseppe Spoto e le accuse nel contesto delle nuove indagini
L’attenzione degli inquirenti bresciani si è concentrata sui presunti rapporti tra Giuseppe Spoto e Andrea Sempio. Nel 2017, infatti, Spoto è stato accusato di non aver trascritto integralmente alcune conversazioni intercettate e di aver impiegato un tempo eccessivo, circa 40 minuti, per notificare un atto importante nell’ambito dell’inchiesta. Queste contestazioni fanno parte di un filone investigativo parallelo che riguarda anche l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, che ottenne l’archiviazione dell’indagine su Sempio nel marzo dello stesso anno.
Durante l’intervista, Spoto ha respinto fermamente ogni accusa, affermando con forza la sua integrità professionale e personale: «Ho una coscienza cristallina, sono stato 40 anni nell’Arma, sono figlio di carabinieri, sono stato educato in un certo modo. Non avrei mai venduto il mio onore e la mia divisa per niente al mondo». L’ex Maresciallo ha inoltre sottolineato di non essere indagato ufficialmente, definendo come uno shock la perquisizione effettuata nella sua abitazione alle prime ore del mattino, in cui sono stati sequestrati dispositivi elettronici e documenti.
Spoto ha fornito una ricostruzione dettagliata delle operazioni svolte durante l’indagine, in particolare riguardo all’installazione di una microspia sulla vettura di Sempio, avvenuta l’8 febbraio 2017 nel parcheggio dell’Iper di Montebello. L’ex Maresciallo ha spiegato: “Quell’8 febbraio avevamo il compito di installare la microspia sulla macchina di Andrea Sempio. Il tecnico della ditta incaricata doveva raggiungere il parcheggio dell’Iber di Montebello per aprire la vettura e installare la microspia. Ovviamente io ho dovuto traccheggiare e cercare di perdere il più tempo possibile perché il signor Sempio non andasse fuori verso il veicolo”.
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Sul punto più controverso, ovvero le trascrizioni delle intercettazioni, Spoto ha spiegato: “Per quello che ricordo, ma sono abbastanza certo di quello che dico, l’audio nella macchina di Sempio non era così limpido. A volte, soprattutto quando la macchina transitava su percorsi sconnessi, era veramente difficile capire. E io ho sempre adottato questa politica in tutta la mia carriera, se una frase non è completamente comprensibile per me non va riportata”.
L’inchiesta nei confronti di Mario Venditti e l’attenzione verso i presunti rapporti tra Spoto e Sempio mettono in evidenza come il caso di Garlasco continui a rappresentare un nodo irrisolto nel panorama giudiziario italiano. L’archiviazione del procedimento per Sempio del 2017 è stata oggetto di revisioni e approfondimenti, soprattutto alla luce di nuove rivelazioni e della riapertura di alcuni filoni investigativi.