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Delitto Garlasco, oggi periti e consulenti al lavoro: dai "campioni biologici" ai "reperti", cosa dovranno analizzare

Partono oggi i lavori di 11 tra consulenti e periti per valutare le potenziali nuove prove per il caso Garlasco: cosa sappiamo.

by Mattia Senese
17/06/2025
in Cronaca
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Carabinieri

Delitto Garlasco, 11 tra periti e consulenti al lavoro: cosa dovranno vagliare - Dailybest.it

È iniziato oggi a Milano il maxi incidente probatorio relativo al delitto di Garlasco, un passaggio cruciale per il caso che vede al centro l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa.

Presso la Questura milanese, undici tra periti del tribunale di Pavia e consulenti delle parti coinvolte si sono riuniti per avviare le analisi su campioni biologici e reperti finora mai esaminati o risultati inconcludenti, conservati gelosamente sin dal 2007. L’obiettivo è isolare nuovi profili di Dna che possano offrire elementi utili alle indagini.

Periti e consulenti al lavoro: l’inizio delle operazioni

Gli esperti nominati dal gip Daniela Garlaschelli – tra cui i membri della scientifica Denise Albani e Domenico Marchegiani – hanno aperto i due scatoloni contenenti materiali ritirati la scorsa settimana dall’Unità di Medicina Legale dell’Università di Pavia e dal Comando provinciale dei Carabinieri di Milano, in via Moscova. La prima fase riguarda la verifica della catena di custodia dei reperti, un passaggio fondamentale per garantirne la validità probatoria. Tra gli oggetti da esaminare figurano frammenti di un tappetino da bagno, confezioni di tè, cereali, biscotti, yogurt e sacchetti della spazzatura, ciascuno accompagnato da verbali di consegna che dovranno corrispondere al contenuto effettivo delle buste sigillate.

La definizione di una road map degli accertamenti è prevista entro i 90 giorni concessi dal gip, con deposito dell’elaborato finale entro il 17 settembre e discussione in aula fissata per il 24 ottobre. Le indagini si svolgeranno in contraddittorio, garantendo così il confronto tra le parti.

Fra i materiali più rilevanti figurano i sacchetti della spazzatura sequestrati all’epoca del delitto, mai sottoposti a indagini approfondite per rilevare eventuali flussi biologici ancora presenti. Gli accertamenti partiranno proprio da qui, nei laboratori dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, per poi passare all’analisi delle 35 strisce para-adesive usate nel 2007 dal Ris per raccogliere impronte all’interno della villetta di via Pascoli, luogo del delitto.

Le impronte digitali rappresentano un elemento centrale dell’incidente probatorio. Si procederà a un accertamento distruttivo, motivo per cui le tracce dovranno essere prima fotografate per eventuali confronti futuri. Tra queste vi è la cosiddetta traccia 10, rilevata sulla superficie interna del portone d’ingresso, evidenziata con luce ultravioletta e fotografata dai Ris di Parma nel 2007. All’epoca considerata “non giuridicamente utile”, la nuova consulenza dattiloscopica ha escluso che tale impronta appartenga a soggetti noti all’inchiesta. Secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, tale traccia potrebbe essere stata generata da una mano sporca di sangue, probabilmente della vittima o di altre sostanze.

Da segnalare invece l’assenza della famosa “impronta 33”, attribuita dalla Procura ad Andrea Sempio, il nuovo indagato, e che dovrebbe essere stata “grattata” dalla seconda parete destra delle scale che conducono allo scantinato dove è stato rinvenuto il corpo di Chiara Poggi. La provetta contenente questa traccia non è stata trovata, rappresentando un’ulteriore complessità investigativa.

Carabinieri
Si valutano le nuove potenziali prove per il caso Garlasco: al lavoro 11 esperti – Dailybest.it

Ogni eventuale traccia biologica isolata sarà comparata per esclusione con i profili genetici di diversi soggetti: il nuovo indagato Andrea Sempio, il condannato Alberto Stasi, l’intera famiglia Poggi, tre amici di Marco Poggi, Paola e Stefania Cappa, il miglior amico di Stasi, Marco Panzarasa, tre carabinieri intervenuti sulla scena del crimine e il medico legale Marco Ballardini.

La difesa della famiglia Poggi ha richiesto di estendere ulteriormente il perimetro delle analisi genetiche. Il genetista Marzio Capra ha annunciato una prossima integrazione con nomi e cognomi di tutti coloro che sono entrati nell’abitazione durante i sopralluoghi o che potrebbero essere venuti a contatto con le unghie della vittima. Tra questi figurano i soccorritori del 118, gli addetti alle pompe funebri, gli operatori del Ris di Parma – allora sotto il comando del generale Luciano Garofano, oggi consulente della difesa di Sempio – e i periti dattiloscopici Luigi Bisignano, ex ispettore di polizia, e il professor Francesco De Stefano, che nel 2014 aveva analizzato le unghie di Chiara Poggi durante il processo d’appello bis che condannò Stasi.

Quel materiale biologico originario, purtroppo esiguo, non è più disponibile, ma restano i tracciati elettroforetici che permetteranno di effettuare comparazioni grazie alle interpretazioni dei genetisti coinvolti, tra cui Napoleone, Civardi, De Stefano, Rizza, Carlo Previderè e Pierangela Grignani. Questi ultimi hanno condiviso le conclusioni del dottor Ugo Ricci, nominato dalla difesa di Stasi, insieme al dattiloscopista Oscar Ghizzoni. La consulenza, coadiuvata dall’expert opinion del professore tedesco Lutz Rower depositata tra fine 2022 e 2023, ha fornito gli stimoli necessari alla Procura per riaprire le indagini.

Tra gli aspetti più delicati emerge la questione delle possibili contaminazioni biologiche. I genetisti della Procura hanno evidenziato come uno dei cinque aplotipi del cromosoma Y rinvenuti sul quinto dito della mano destra e sul primo e quarto dito della mano sinistra di Chiara Poggi sia “perfettamente sovrapponibile” a quello prelevato ad Andrea Sempio su alcuni oggetti sequestrati (una tazzina di caffè, un cucchiaino e una bottiglietta d’acqua). Tuttavia, hanno sottolineato la necessità di grande cautela, poiché il Dna sulle unghie della vittima potrebbe aver subito contaminazioni il cui impatto sui profili genetici risulta “imponderabile”.

A completare la squadra di esperti impegnati nel maxi incidente probatorio vi sono anche Dario Redaelli e Calogero Biondi, nominati recentemente dai legali dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, pronti a dare il loro contributo nelle complesse analisi che si prospettano decisive per il caso di uno dei delitti irrisolti più discussi del panorama giudiziario italiano.

Mattia Senese

Mattia Senese

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