L’Assegno di Inclusione, strumento di sostegno economico rivolto ai nuclei più vulnerabili, è giunto al classico mese di sospensione previsto dal suo regolamento. Dopo 18 mesi di erogazioni, per continuare a ricevere il beneficio è necessario un mese di pausa, durante il quale bisogna presentare una nuova domanda.
Quando si parla di aiuti economici, però, spesso dietro le promesse si nascondono difficoltà e trappole nascoste, che mettono a rischio l’economia di molte famiglie. L’Assegno di Inclusione è una di quelle misure che, pur nate per sostenere le famiglie più fragili, rischiano di lasciare molti beneficiari a mani vuote.
Niente assegno per queste famiglie
A luglio, scatta la sospensione del sussidio per chi ha già completato i primi 18 mesi di erogazione, come accadeva con il Reddito di Cittadinanza. Per poter continuare a ricevere l’Assegno serve presentare una nuova domanda, peccato che tra una tornata e l’altra si interponga sempre un mese di stop.

Il governo ha annunciato l’erogazione di un bonus una tantum da 500 euro per compensare questo “buco” mensile, ma si tratta solo di un’ipotesi. Intanto, chi non è informato sulle procedure rischia di restare senza sostegno anche ad agosto e oltre, a causa della complessità legislativa.
La scadenza per la presentazione della nuova domanda cade a luglio per chi ha iniziato a percepire l’Assegno di Inclusione a gennaio 2024. Chi vuole continuare a beneficiare della misura per altri 12 mesi deve rinnovare l’istanza entro quella data, ciononostante la sospensione rimane valida per agosto.
Nel frattempo, la promessa di semplificazione da parte del governo, che prevedeva di evitare di ripetere tutti i passaggi burocratici, non si è concretizzata. In realtà, presentare la domanda non è sufficiente per garantire la continuità dei pagamenti, perché serve anche rinnovare il PAD, il Patto di Attivazione Digitale.
Deve essere firmato nuovamente per poter ottenere il sostegno, ma questa firma non è automatica e molti beneficiari ne ignorano addirittura l’esistenza. Per attivare la procedura occorre accedere al portale INPS con credenziali digitali come SPID, CIE o CNS e fare la richiesta come l’anno precedente.
Ma il passaggio cruciale avviene sulla piattaforma SIISL, dove la domanda vecchia risulterà “terminata” e bisognerà firmare il nuovo PAD. È questa la vera criticità che rischia di lasciare molte famiglie senza aiuti, mentre confidano erroneamente nel solo invio della domanda ritrovando con niente in mano.