L’Assegno di Inclusione è qualcosa di davvero molto rilevante in Italia, perché si tratta di una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale che è prevista quando ci sono determinate situazioni di residenza, cittadinanza e soggiorno, ma anche di ISEE e di reddito.
In poche parole parole, è concesso a tutti coloro che hanno bisogno di un supporto per ripartire nella propria vita dal punto di vista lavorativo e sociale.
I nuclei familiari che ne possono usufruire sono quelli in cui vi è almeno un componente affetto da disabilità, minorenne e con almeno 60 anni di età, oppure in una condizione di svantaggio e proprio per questo inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione.
Assegno di Inclusione, sempre più controlli: i dettagli
Abbiamo parlato dell’Assegno di Inclusione, che ben presto potrebbe ricevere controlli sempre più stringenti. Il governo italiano, sfruttando un provvedimento già in vigore e famoso come Decreto Sicurezza sul Lavoro, intende evitare che tutti coloro che detengono l’assegno svolgano anche lavori in nero (in maniera più o meno frequente). I controlli saranno sempre più stringenti, e a essere sanzionati saranno sia il beneficiario che il datore di lavoro.

L’obiettivo è quello di eliminare un problema che esiste praticamente dal momento esatto in cui è nato il Reddito di Cittadinanza, ovvero il lavoro irregolare. Questa pratica, anche se in misura minore, viene adotatta anche attraverso l’Assegno di Inclusione, per quanto detenga decisamente meno zone grigie (sono esclusi coloro che fra i 18 e i 59 anni sono ritenuti abili al lavoro). Nonostante questo, comunque, il lavoro in nero continua a essere diffuso fra i percettori dell’assegno. E così, in vista del 2026, ci si aspetta un trattamento ancora più rigido da parte di chi manovra la legge. Ma quali saranno le sanzioni? Per il datore di lavoro che offre una professione irregolare, a essere colpita sarà la patente a crediti.
Verranno tolti sei punti per ogni lavoratore che si occupa di una mansione in nero. Per chi gode del sussidio, invece, non solo verrà revocato l’assegno, ma verrà anche disattivata la card, verrà dato un taglio a tutte le ricariche e in caso di revoca con addebito, c’è l’obbligo di restituire tutte le mensilità percepite. E c’è di più; i lavoratori che si comportano così, rischiano una denuncia penale per truffa nei confronti dello Stato italiano, l’accusa di falso ideologico e di aver percepito in maniera inappropriata quelli che sono a tutti gli effetti aiuti pubblici. Come se non bastasse, non sarà più possibile per la medesima persona richiedere l’Assegno di Inclusione.

