Il tema dell’Assegno unico e universale continua a suscitare grande interesse tra le famiglie italiane, specialmente con l’avvicinarsi del mese di maggio 2025. È normale che sorgano preoccupazioni riguardo ai pagamenti di questa importante misura di sostegno economico.
L’Assegno unico e universale è una misura economica fondamentale per le famiglie con figli a carico. È destinato a tutti coloro che hanno figli fino ai 21 anni, o oltre in caso di disabilità. È importante sottolineare che l’assegno viene riconosciuto per ogni figlio minorenne a carico e per ciascun figlio maggiorenne, a condizione che soddisfi determinate condizioni. Ad esempio, il figlio deve frequentare un corso di studi, un tirocinio o svolgere un’attività lavorativa con un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui.
Un aspetto interessante è che l’assegno non dipende dalla condizione lavorativa dei genitori, che siano occupati, disoccupati o autonomi. Questo rende l’assegno una misura di sostegno inclusiva, capace di rispondere alle esigenze di diverse tipologie di nuclei familiari. Tuttavia, l’importo dell’assegno varia in base all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) del nucleo familiare, con possibili maggiorazioni in base alla composizione della famiglia.
Assegno unico a maggio: cosa succede?
Tuttavia, è fondamentale chiarire che non ci sono ritardi previsti nel pagamento dell’Assegno unico di maggio, contrariamente a quanto si è vociferato nei mesi precedenti. Fin dalle prime comunicazioni dell’Inps, è stato specificato che i pagamenti dell’Assegno unico sarebbero stati effettuati a partire dal 20 del mese, seguendo un calendario ben definito.

Questa pianificazione, stabilita per il periodo che va da febbraio a giugno 2025, non prevede cambiamenti rispetto a quanto già comunicato. Le famiglie che già ricevono l’assegno e non hanno modificato la propria situazione familiare possono stare tranquille: il pagamento dell’Assegno unico per il mese di maggio arriverà puntualmente il 20 del mese. Questo aspetto offre tranquillità a molte famiglie, che possono pianificare le proprie spese in funzione di questi pagamenti regolari.
Chi non ha mai beneficiato dell’Assegno unico può ancora presentare domanda attraverso il sito ufficiale dell’Inps. Per accedere al portale, è necessario utilizzare le credenziali Spid, Cie o Cns. In alternativa, si può contattare un Centro di assistenza fiscale (Caf) o un patronato, che possono offrire supporto nella compilazione della domanda. Una volta presentata la domanda, il pagamento della prima mensilità avviene, di norma, nell’ultima settimana del mese successivo alla richiesta, tenendo conto anche di eventuali conguagli.
Un aspetto cruciale per ricevere l’importo corretto dell’assegno è l’aggiornamento dell’Isee. La scadenza per il rinnovo dell’Isee era fissata al 28 febbraio, ma chi non ha potuto rispettare tale termine ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione fino al 30 giugno. In assenza di un Isee aggiornato, l’Inps provvederà a erogare un importo minimo, fissato a 57,50 euro. Tuttavia, chi aggiorna la propria posizione entro il termine di giugno avrà diritto anche agli arretrati dal mese di marzo, recuperando così eventuali somme non percepite.
L’Assegno unico rappresenta quindi una risorsa fondamentale per molte famiglie italiane. Con l’inizio del nuovo anno, sono stati introdotti alcuni aumenti negli importi dell’assegno, che possono fare la differenza. Per i figli minorenni, l’importo è passato da 199,40 a 201 euro; per i figli tra i 18 e i 20 anni, da 96,90 a 97,70 euro; per i figli con disabilità, da 119,60 a 120,60 euro; e il bonus per il secondo percettore di reddito è aumentato da 34,10 a 34,40 euro. Questi incrementi, seppur modesti, rappresentano un passo importante nella direzione di un maggiore sostegno alle famiglie.