Quello che fino a poco tempo fa era un diritto scontato, oggi rischia di diventare un miraggio, soprattutto per chi lavora nei settori stagionali. La nuove regole annunciate da INPS stanno cambiando nuovamente il volto della NASpI, il sussidio di disoccupazione e non tutti riescono a seguirle senza intoppi.
In arrivo una stretta improvvisa sui lavoratori che si troveranno a fare i conti con nuove limitazioni per l’accesso al sussidio di disoccupazione. Una svolta inattesa per per molte famiglie italiane che sempre più spesso sono costretti ad affidarsi alla NASpI come sostegno alle spese mensili.
Addio NASpI, ecco cosa cambia davvero
Il settore turistico e alberghiero è il più esposto ai nuovi cambiamenti, a causa dei lavori brevi che si alternano a periodi di inattività. Per molti la NASpI rappresentava l’unico sostegno economico a cui aggrapparsi durante le pause forzate, nell’attesa di trovare un nuovo ingaggio stagionale.

Le nuove regole sono chiare, se il precedente rapporto di lavoro è stato interrotto da dimissioni volontarie, il successivo contratto a termine deve durare almeno tre mesi. L’obiettivo è evitare pratiche elusive, come assenze ingiustificate che portavano al licenziamento e garantivano l’indennità di disoccupazione a chi in realtà voleva lasciare il lavoro.
Prima della modifica era possibile aggirare l’ostacolo con contratti brevissimi, successivi alle dimissioni e che “azzeravano” l’accesso alla NASpI, imbrogliando il sistema nazionale. Oggi, invece, la nuova legge stabilisce che solo un periodo minimo di tre mesi consecutivi consente di ricostituire i requisiti necessari per fare richiesta.
Per INPS, questo limite serve a tutelare le casse pubbliche e a scoraggiare comportamenti considerati poco corretti che danneggiano da anni l’economia nazionale. Costringendo i datori di lavoro e i lavoratori stessi a tornare subito sul mercato, si rende l’accesso alla NASpI più preciso, producendo un vantaggio per tutti.
Dal 1° gennaio 2025, chi si dimette volontariamente deve anche maturare così 13 settimane di contribuzione durante il nuovo contratto per rientrare nella NASpI. In caso contrario, il diritto all’indennità non sussiste, lasciando molti lavoratori stagionali in una situazione di incertezza economica fino alla prossima occupazione di durata sufficiente.
C’è comunque spazio per soluzioni pratiche, ad esempio, la prossima stagione, che dovrebbe durare più di 13 settimane, consentirà di ripristinare l’accesso alla NASpI. Intanto, è consigliabile richiedere un secondo parere tecnico al patronato o a un consulente esperto, per verificare eventuali margini di interpretazione, soprattutto se i contratti precedenti erano a termine.