Ci sono comportamenti apparentemente innocui che possono trasformarsi in problemi legali insospettabili., bastano poche cifre dichiarate in modo errato per generare sanzioni e multe. Nel mondo della sanità pubblica italiana, l’autocertificazione del reddito per ottenere esenzioni dal ticket sanitario è uno di questi ambiti parecchio delicati.
Il ticket sanitario rappresenta una quota di partecipazione dei cittadini alla spesa pubblica, un contributo indispensabile per ottenere le prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, alcune categorie di persone possono accedere all’esenzione totale o parziale, a seconda di parametri legati a reddito, età e alla condizione sociale.
Cosa si rischia se partono i controlli?
Le esenzioni da reddito sono codificate a livello nazionale in quattro categorie principali e le Regioni, inoltre, possono introdurre ulteriori criteri di classificazione. Per esempio, la classe E01 riguarda i bambini fino a sei anni e gli over 65 con reddito familiare inferiore a 36.151,98 euro.

L’E02 copre disoccupati e familiari a carico, sempre sotto i 8.263,31 euro, mentre l’E03 riguarda i titolari di assegno sociale e i loro familiari. Infine, la classificazione E04 si riferisce a pensionati minimi, quindi sopra i 60 anni di età e con fasce reddituali analoghe all’E02.
La Corte di Cassazione ha chiarito che la falsa autocertificazione può configurare il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Questo se il vantaggio economico supera i 4mila euro, al di sotto di questa soglia, invece, il comportamento costituisce un “semplice” illecito amministrativo.
A differenza del reato, quest’ultimo è sanzionato con multe che vanno da 5.164 a 25.822 euro, senza poter superare il triplo del beneficio ottenuto. In pratica, chi dichiara un reddito inferiore al reale per risparmiare sul ticket rischia principalmente una sanzione pecuniaria e il recupero della somma indebitamente sottratta.
Il tema della prescrizione aggiunge un ulteriore livello di attenzione, il distretto sanitario ha dieci anni per recuperare il credito derivante dal ticket non pagato. Tuttavia, nel caso di falsa autocertificazione, il termine decorre solo dal momento in cui l’illecito viene scoperto attraverso i controlli, causando conseguenze anche dopo anni.
Dichiarare il falso, dunque, non è mai una scelta innocua, anche se si tratta di cifre apparentemente modeste, il rischio di sanzioni è molto alto. Conoscere i limiti di legge e le conseguenze di ogni scelta consente di proteggersi da problemi legali e di rispettare al contempo i diritti e i doveri legati al sistema sanitario nazionale.