Bollette, rate, notifiche: la vita moderna è un continuo rincorrere termini e adempimenti, con le scadenze che sembrano inseguirci, guadagnando sempre più terreno. Ma cosa succede quando il tempo lavora a nostro favore e certe richieste, anche quelle delle amministrazioni pubbliche che di solito risultano inevitabili, perdono valore?
È il caso delle tasse locali come IMU, TARI e bollo auto, infatti non tutti sanno che anche questi tributi hanno una scadenza importante. Oltre una certa data non possono più essere richiesti e non si tratta di attese infinite, bastano pochi anni perché l’obbligo si estingua.
I tributi locali si possono annullare
IMU e TARI sono di competenza comunale, sono proprio gli enti locali a gestire autonomamente la riscossione dei debiti oppure affidarli a società esterne. In entrambi i casi, però, devono rispettare un termine ben preciso per notificare eventuali irregolarità o mancati pagamenti, pena l’annullamento della richiesta.

La legge parla chiaro, hanno tempo fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il pagamento doveva essere effettuato. Tradotto, se non si paga l’IMU o la TARI del 2020, il Comune ha tempo fino alla fine del 2025 per notificare l’accertamento.
Superata questa scadenza, il tributo si considera prescritto, sempre che nel frattempo non siano arrivati avvisi o solleciti, quindi in caso non si venga avvertiti. Lo stesso vale per le cartelle esattoriale, che deve anche loro essere notificate entro i cinque anni dalla notifica originale dell’avviso di accertamento.
Ancora più breve è il termine per il bollo auto, questa tassa regionale si prescrive in soli tre anni anche se il calcolo parte successivamente. Specificamente parte dal primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui si doveva pagare il bollo; per il 2022, ad esempio, la prescrizione scatterà il 1° gennaio 2026.
Anche in questo caso, le Regioni devono rispettare i tempi corretti, se non arriva alcuna notifica entro tre anni, non si è più tenuti a pagare. Ma attenzione, basta una comunicazione ufficiale per interrompere il decorso della prescrizione e far ripartire il conteggio, bisogna quindi portare la massima cautela.
Quando si riceve una richiesta di pagamento fuori tempo massimo, non basta però ignorarla, è necessario agire prontamente con la corretta richiesta. Il contribuente deve presentare ricorso entro 60 giorni al Tribunale tributario provinciale, che ha sostituito la vecchia Commissione tributaria oppure direttamente all’ente impositore.