Con la recente riforma del sistema ISEE, si apre una nuova era per il sostegno alle famiglie italiane, in particolare per quelle numerose e per le madri lavoratrici.
Le modifiche introdotte puntano a eliminare le contraddizioni che finora hanno penalizzato chi ha più bisogno, consentendo finalmente l’accesso simultaneo a più benefici senza perdere nulla per strada.
Nuova compatibilità tra bonus e assegni familiari
Il cuore della riforma riguarda la revisione delle regole che regolano l’ISEE e la sua influenza sull’accesso ai vari bonus famigliari. Finora, il sistema ha generato un effetto paradossale: ad esempio, il Bonus Mamme, pensato per sostenere le lavoratrici madri con almeno tre figli, finiva per aumentare l’ISEE familiare a causa dell’esonero contributivo che veniva considerato come reddito, diminuendo così l’importo spettante dell’Assegno Unico Universale. Questo meccanismo obbligava le famiglie a scegliere tra un beneficio e l’altro, vanificando l’efficacia degli aiuti statali.
Con la nuova normativa, il contributo riconosciuto con il Bonus Mamme non sarà più considerato ai fini del calcolo dell’ISEE, rendendo il beneficio neutro rispetto agli altri sostegni. In questo modo, le madri lavoratrici con figli potranno beneficiare pienamente sia del Bonus Mamme sia dell’Assegno Unico, senza incorrere in penalizzazioni economiche. Inoltre, la platea delle beneficiarie si amplia: la misura sarà accessibile anche a lavoratrici con contratto a tempo determinato, autonome e professioniste con almeno tre figli, garantendo così una maggiore equità tra diverse tipologie di lavoro femminile.
L’Assegno Unico e Universale è uno dei pilastri del sistema di welfare familiare italiano, erogato a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dalla situazione ISEE, con importi variabili in base al reddito. Tuttavia, il meccanismo attuale tende a penalizzare chi migliora la propria condizione economica, generando una sorta di “trappola della povertà” che disincentiva l’accesso simultaneo a più aiuti. La riforma interviene proprio per spezzare questa dinamica negativa, permettendo alle famiglie di ricevere contemporaneamente l’Assegno Unico e il Bonus Mamme senza che uno riduca l’importo dell’altro.

Per una famiglia tipo con tre figli e un reddito intorno ai 30.000 euro annui, si prevede un aumento del sostegno pubblico di diverse centinaia di euro all’anno. Dal 2025, inoltre, è attivo anche il Bonus nuovi nati, destinato a chi ha un figlio nato o adottato a partire dal 1° gennaio 2025, con ISEE fino a 40.000 euro. Anche in questo caso, il calcolo ISEE esclude gli importi percepiti dall’Assegno Unico, garantendo compatibilità e una più ampia copertura delle misure di supporto alla famiglia.
La Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, ha definito la riforma una vera e propria “spinta decisiva su figli e famiglia”. Rocella ha sottolineato l’importanza di superare la logica dei compartimenti stagni che ha caratterizzato finora il sistema di benefici sociali, creando invece un modello in cui ogni misura si integra con le altre, amplificando l’effetto positivo sul benessere delle famiglie.
L’obiettivo è costruire un sistema di welfare più coerente e sinergico, in cui gli aiuti pubblici non si limitino a essere interventi isolati, ma diventino parte di un ecosistema che sostiene concretamente la natalità e la crescita delle famiglie, specialmente quelle numerose che rappresentano un importante patrimonio demografico ed economico per il Paese. La riforma delle regole ISEE, quindi, non è solo una correzione tecnica, ma il segnale di un cambio di paradigma nelle politiche familiari italiane, con un’attenzione concreta alle esigenze reali delle famiglie e una volontà chiara di eliminare gli ostacoli burocratici che finora hanno limitato l’efficacia degli aiuti pubblici.