I buoni pasto sono da sempre una soluzione alternativa alla classica remunerazione e finalmente valgono di più.
I buoni pasto rappresentano da anni un sostegno concreto per milioni di lavoratori, uno strumento che unisce praticità quotidiana e vantaggi fiscali. Consentono di affrontare la spesa alimentare con maggiore leggerezza, trasformando un semplice extra in un aiuto reale contro il costo della vita sempre più pressante.
Non sono solo un vantaggio per chi li utilizza, ma anche per le aziende, che trovano in questo strumento una soluzione efficiente e fiscalmente conveniente. In un contesto economico caratterizzato da inflazione crescente e salari fermi, i buoni pasto diventano una risorsa strategica, capace di sostenere famiglie e potere d’acquisto.
La nuova legge sui buoni pasto
Tra le misure in discussione per la prossima Legge di Bilancio 2026, è stato inserito un provvedimento che riguarda proprio i buoni pasto. L’idea è quella di aumentare i vantaggi fiscali legati al loro utilizzo, rendendoli così ancora più convenienti per i lavoratori che li ricevono.

In concreto, si punta ad alzare la soglia di esenzione dalle tasse, così da trasformare questo benefit in una risorsa più importante per il risparmio. Il progetto nasce dall’iniziativa della senatrice Paola Mancini, esponente di Fratelli d’Italia, che ha proposto di modificare le regole attuali e aggiornarle al 2026.
Oggi i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito, solo quando, singolarmente, l’importo è sotto gli 8 euro se digitali o 4 se cartacei. La proposta in discussione prevede di portare a 10 euro il limite per quelli digitali, un passo pensato per compensare l’aumento del costo della vita.
Questa misura andrebbe ad aggiungersi alle altre già introdotte dal Governo per alleggerire il carico fiscale, soprattutto dopo i tagli alle detrazioni del 2026. L’obiettivo è rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori senza gravare sulle aziende, in quanto buoni pasto sono considerati anche come indennità sostitutiva della mensa aziendale.
Inoltre, il costo dei buoni può essere portato in deduzione, riducendo la base imponibile e trasformando l’erogazione in una mossa conveniente anche per le aziende. Con il possibile aumento a 10 euro della soglia di esenzione, quindi, i ticket restaurant elettronici diventerebbero ancora più interessanti, non solo per i dipendenti.
Dietro questa manovra si nasconde un cambiamento dal valore pratico immediato che, pur senza rivoluzionare il sistema, punta a dare un segnale concreto di sostegno. Per chi ogni giorno affronta il costo della vita, non si tratta di un dettaglio, ma di un aiuto tangibile per alleggerire il peso quotidiano.