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Home Economia

Naspi, le nuove regole del 2025 escludono tanti italiani: chi non può richiedere l’assegno

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto novità sostanziali nel sistema degli ammortizzatori sociali, concentrandosi sulla NASPI.

by Roberto Arciola
03/07/2025
in Economia
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Con l’obiettivo di contrastare abusi e garantire una maggiore equità nella concessione della prestazione, è stato introdotto un nuovo requisito

I requisiti storici per accedere alla NASPI restano invariati(www.dailybest.it))

Con l’obiettivo di contrastare abusi e garantire una maggiore equità nella concessione della prestazione, è stato introdotto un nuovo requisito contributivo che modifica l’accesso alla NASPI soprattutto in presenza di rapporti lavorativi multipli nell’arco di breve tempo.

Fino al 31 dicembre 2024, i criteri per ottenere la NASPI erano ben definiti e hanno continuato a essere validi anche dopo l’entrata in vigore delle modifiche, fatta eccezione per la nuova casistica specifica. Il lavoratore deve trovarsi in uno stato di disoccupazione involontaria a seguito di licenziamento, termine di contratto a tempo determinato o dimissioni per giusta causa. Inoltre, deve possedere una contribuzione minima di 13 settimane nei quattro anni precedenti la perdita del lavoro e aver svolto almeno 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti.

Questi requisiti costituiscono il quadro generale e continuano a rappresentare la base per l’accesso alla prestazione. Tuttavia, la normativa 2025 ha introdotto un nuovo filtro per casi particolari, che interessa i lavoratori con più rapporti occupazionali in sequenza.

La novità del 2025: un vincolo più stringente per i lavoratori con doppio rapporto

Dal 1° gennaio 2025, è stato stabilito che, nel caso in cui un lavoratore lasci un impiego e venga assunto da un secondo datore di lavoro entro un anno, per poi essere licenziato, l’accesso alla NASPI dipenderà dalla durata contributiva maturata nel secondo rapporto. In particolare, se tra assunzione e licenziamento non si raggiungono almeno 13 settimane di contribuzione presso il secondo datore, il diritto all’indennità viene escluso.

Questo non modifica i requisiti classici, ma li integra con una condizione temporale e causale che mira a evitare l’uso strumentale della NASPI. È dunque possibile che un lavoratore, pur avendo formalmente i requisiti tradizionali, venga escluso dall’indennità se il secondo impiego non soddisfa il nuovo limite minimo contributivo.

Il Governo ha motivato questa modifica con l’esigenza di contrastare pratiche elusive che si sono diffuse negli ultimi anni. L’INPS ha rilevato un aumento anomalo di dimissioni volontarie seguite da brevi nuovi contratti di lavoro, conclusi con licenziamento, che venivano utilizzati per aggirare le regole e ottenere indebitamente la NASPI. Questi schemi, che formalmente danno diritto all’indennità, sono spesso frutto di accordi non trasparenti tra imprese e lavoratori.

La circolare n. 98 del 5 giugno 2025, emanata dall’INPS, ha chiarito che per poter beneficiare della NASPI dopo un secondo rapporto lavorativo, questo deve essere sufficientemente stabile da far maturare almeno 13 settimane di contribuzione. L’introduzione di questo vincolo sottolinea la volontà politica di promuovere rapporti di lavoro più duraturi e stabili, scoraggiando invece percorsi lavorativi frammentati e finalizzati a simulare uno stato di disoccupazione involontaria.

Effetti per lavoratori e imprese

Le imprese dovranno monitorare con maggiore attenzione le modalità di uscita e l’eventuale successivo inserimento lavorativo dei propri dipendenti, soprattutto in casi di dimissioni non conflittuali. I lavoratori, dal canto loro, dovranno essere consapevoli che in caso di dimissioni volontarie, senza un successivo rapporto di lavoro sufficientemente lungo, perderanno il diritto all’indennità NASPI.

Questa nuova disposizione potrebbe avere impatti anche sulla mobilità lavorativa: chi cerca migliori opportunità rischia di trovarsi in una situazione di precarietà economica più marcata nel breve termine, poiché l’accesso al sostegno al reddito diventa più selettivo.

Il nuovo requisito si inserisce nel più ampio contesto della manovra economica 2025, che punta a contenere la spesa pubblica
Un quadro più ampio di razionalizzazione della spesa pubblica (www.dailybest.it)

Il nuovo requisito si inserisce nel più ampio contesto della manovra economica 2025, che punta a contenere la spesa pubblica e migliorare l’efficienza degli strumenti di welfare. La Legge di Bilancio ha previsto, infatti, una serie di interventi volti a sostenere i redditi medio-bassi, incentivare la natalità e la stabilità lavorativa, oltre a introdurre misure di razionalizzazione e controllo per garantire l’utilizzo corretto delle risorse pubbliche.

L’INPS, in questo scenario, ha intensificato i controlli e aggiornato le procedure per la gestione delle domande di NASPI, come confermato anche dalla comunicazione ufficiale del 23 giugno 2025, che ribadisce il nuovo requisito contributivo e invita all’accurata verifica delle condizioni di accesso.

Punti chiave della riforma NASPI 2025:

  • Introduzione di un requisito aggiuntivo per lavoratori con doppio rapporto entro un anno.
  • Necessità di almeno 13 settimane di contribuzione nel secondo rapporto per accedere all’indennità.
  • Obiettivo di prevenire abusi e simulazioni di disoccupazione involontaria.
  • Conferma dei requisiti storici per l’accesso in assenza di situazioni di doppio rapporto.
  • Maggiore attenzione di imprese e lavoratori alle dinamiche di uscita e reimpiego.
  • Inserimento della misura nell’ambito di una strategia di contenimento della spesa pubblica e di sostegno mirato al reddito.

L’evoluzione normativa richiede una consapevolezza maggiore da parte dei lavoratori e delle aziende, ponendo l’accento sulla necessità di rapporti di lavoro più stabili e trasparenti per garantire l’accesso ai benefici previsti dalla legge.

Roberto Arciola

Roberto Arciola

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