La pace contributiva rappresenta una possibilità unica per i lavoratori che hanno periodi di carriera lavorativa privi di contribuzione, permettendo loro di colmare questi “vuoti” e migliorare la propria posizione previdenziale. Ma il tempo stringe: il termine per aderire a questa misura è sempre più imminente rendendo essenziale prendere decisioni tempestive.
La pace contributiva è uno strumento che consente ai lavoratori del sistema contributivo puro di riscattare fino a cinque anni di contributi non versati. Questo significa che è possibile recuperare periodi di lavoro senza contribuzione, rafforzando così la propria posizione pensionistica. È importante notare che questo strumento è riservato a chi non ha alcun contributo accreditato prima del 1° gennaio 1996.
Questa misura non riguarda solo i versamenti nel sistema previdenziale italiano, ma può includere anche contribuzioni estere, contribuzioni figurative e i versamenti effettuati alle casse professionali. L’obiettivo è fornire un’opportunità a una platea ben definita di lavoratori, migliorando così la loro futura pensione.
La pace contributiva e i vantaggi per i lavoratori
La pace contributiva non è solo un mezzo per recuperare anni di contributi, ma offre anche vantaggi significativi in ottica pensionistica. Anticipare l’uscita dal lavoro: riscattando fino a cinque anni, è possibile avvicinarsi al momento della pensione. Ad esempio, un lavoratore con 38 anni di anzianità contributiva potrebbe ottenere i 5 anni necessari per maturare i requisiti per la pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne). Aumentare l’importo della pensione: maggiori anni di contribuzione portano a una base di calcolo più ampia, aumentando l’importo dell’assegno mensile che si riceverà una volta cessata l’attività lavorativa.

Un ulteriore vantaggio riguarda la deducibilità fiscale: il costo del riscatto può essere dedotto dalla dichiarazione dei redditi. Inoltre, per rendere la spesa più gestibile, è possibile rateizzare il pagamento su un massimo di 120 rate mensili senza interessi, alleggerendo l’impegno economico immediato.
Il costo del riscatto dipende da due fattori principali: reddito o retribuzione degli ultimi dodici mesi e aliquota IVS vigente nella gestione di riferimento. Più alto è il reddito percepito, maggiore sarà il costo per ciascun anno di contribuzione riscattato.
La domanda per aderire alla pace contributiva può essere presentata online attraverso il servizio dedicato dell’INPS. In alternativa, è possibile utilizzare il contact center (803 164 da rete fissa, o 06 164164 da rete mobile) o rivolgersi a patronati e intermediari dell’Istituto per presentare la richiesta telematica.
Oltre alla scadenza fissata per il 31 dicembre 2025, ci sono diverse ragioni per cui è importante non rimandare la decisione. Tempi burocratici: la procedura di riscatto richiede tempo per raccogliere la documentazione necessaria, verificare la posizione contributiva e inviare la richiesta. Agire in anticipo consente di evitare ritardi o errori. Pianificazione previdenziale: valutare la pace contributiva ora permette di inserirla in una strategia più ampia di pianificazione pensionistica, evitando di perdere un’opportunità che potrebbe avere un impatto significativo sulla propria vita post-lavorativa.