Ci sono attese che sembrano non finire mai, che scandiscono i momenti più delicati della vita e che spesso diventano quasi una piccola ossessione. Dopo anni di impegno, sacrifici e contributi versati, ci si chiede, sempre più frequentemente, quanto manca davvero al prossimo traguardo da raggiungere.
Una domanda semplice, che racchiude però tutta l’ansia e la speranza di chi è pronto a voltare pagina, specialmente se si parla di pensione. Il pensionamento è uno dei traguardi di molti lavoratori, ma prevede di rispettare alcune specifiche tempistiche per la consegna dei documenti e l’avvio delle pratiche.
Cosa fare se la pensione ritarda?
Il tempo che intercorre tra la presentazione della domanda e il pagamento effettivo della pensione può variare sensibilmente, per via dei fattori che incidono sulle tempistiche. A cominciare dalla correttezza della documentazione presentata, dal tipo di pensione richiesta, fino al carico di lavoro dell’INPS e all’eventuale necessità di verifiche aggiuntive.

Tuttavia, alcuni dati ufficiali diffusi dall’INPS possono aiutare a farsi un’idea più precisa e più chiara rispetto alla situazione generale dei pensionati in Italia. Nel 2024, l’81% delle pensioni legate alla gestione privata è stato accolto entro 30 giorni, con un netto miglioramento rispetto al 76% dell’anno precedente.
Ancora più positivi sono i numeri relativi alla gestione pubblica, che raggiungono la soglia totale del 91,5% di richieste accolte entro un mese. Si è notato soprattutto un un calo drastico dei ritardi che ha superato i 120 giorni di attesa, oltre i quattro mesi, scesi al 2% delle domande
Anche sul fronte NASpI, la prestazione per chi perde il lavoro, si registra un’accelerazione, mostrando un 93% di domande accolte entro 30 giorni. Un segnale importante che evidenzia l’impegno dell’ente nel velocizzare le pratiche e ridurre i tempi di attesa dei contribuenti e dei futuri pensionati.
Cosa succede se il primo assegno non arriva nei tempi previsti? Se sono passati più di 60 giorni è il caso di fare delle verifiche. Il primo passo è accedere al proprio “Fascicolo Previdenziale”, disponibile sul sito dell’INPS, si può controllare lo stato della domanda e la data di decorrenza.
Un controllo importante riguarda anche le coordinate bancarie o postali, un errore di compilazione può bloccare l’accredito anche se la pensione è stata approvata. Se qualcosa non torna, si può contattare il call center dell’INPS, inviare un’email oppure recarsi a una sede fisica o passare per Caf e patronati.