Nel panorama delle varietà di riso più apprezzate in cucina, il riso Carnaroli si conferma come il preferito per la preparazione di risotti e piatti raffinati, grazie alla sua consistenza unica e alla resistenza in cottura. La domanda che molti consumatori si pongono è: quale marchio di Carnaroli scegliere al supermercato? A rispondere con un’analisi dettagliata è stata Altroconsumo, che nel 2024 ha testato 21 prodotti disponibili sul mercato italiano, valutandoli su qualità, purezza, trasparenza dell’etichetta, prezzo e resa in cucina.
L’indagine di Altroconsumo si è basata su un rigoroso protocollo scientifico, con test di laboratorio che hanno verificato la reale purezza varietale, la qualità visiva del chicco, alla ricerca di impurità o rotture, e la correttezza dell’etichettatura, inclusa la provenienza e la denominazione precisa. Altroconsumo ha infine attribuito un punteggio complessivo che tiene conto anche del rapporto qualità/prezzo, elemento cruciale per i consumatori attenti al budget senza voler rinunciare alla qualità.
La valutazione ha suddiviso i prodotti in quattro fasce qualitative: “qualità ottima” (oltre 75 punti), “qualità buona” (65-74 punti), “qualità media” (55-64 punti) e “qualità bassa” (sotto i 55 punti).
I vincitori della classifica 2024
Al vertice della classifica, con un punteggio eccellente di 80 su 100, si sono piazzati a pari merito Le Stagioni d’Italia – Carnaroli e Riso del Vo – Carnaroli Classico, che si sono distinti per gusto, tenuta in cottura e trasparenza dell’etichetta. Seguono a breve distanza Riso Almo – Carnaroli con 78 punti e Riserva Gallo – Carnaroli con 76 punti, che completano il podio. Poco sotto, con 70 e 68 punti, troviamo rispettivamente Grandi Riso – Terra del Riso Carnaroli e NaturaSì – Carnaroli.

Tra gli altri marchi analizzati, si piazzano in posizioni di rilievo Coop – Carnaroli (66 punti), Esselunga – Carnaroli (64 punti), e Riso Principe – Carnaroli (64 punti). Chiudono la top ten Sorrisi di Spiga – Carnaroli (60 punti) e Selex – Carnaroli (59 punti).
All’estremo opposto della classifica, con appena 40 punti, si trova il prodotto Mondella (MD) – Carnaroli, evidenziando come non tutti i risi con questa dicitura garantiscano la stessa qualità.
Il valore del riso Carnaroli: storia e caratteristiche
Il riso Carnaroli, noto come il “Re dei risi”, è una varietà a chicco lungo selezionata per le sue eccellenti qualità organolettiche e la notevole resistenza alla cottura. Nato tra la fine degli anni ’30 e l’inizio degli anni ’40 in Italia, dall’incrocio tra Vialone Nero e Lencino, è coltivato principalmente in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, nelle zone di Lomellina e del delta del Po. Questa varietà si distingue per il suo elevato contenuto di amilosio, che conferisce al chicco un’ottima tenuta durante la cottura, rendendolo ideale per risotti cremosi ma consistenti.
Nonostante la denominazione “Carnaroli” venga talvolta utilizzata anche per varietà simili come Carnise o Keope, la qualità e la purezza del chicco sono elementi fondamentali per garantire il risultato in cucina.
Consigli per cucinare il Carnaroli al meglio
Per esaltare la qualità del Carnaroli, si consiglia di scottare il riso in abbondante acqua salata, scolandolo al dente e completando la cottura in padella con burro, Parmigiano Reggiano e, per un tocco gourmet, qualche fetta di tartufo estivo, come suggerito da esperti gastronomici del Made in Italy.
Questa combinazione di tecniche di cottura e materie prime di alta qualità è ciò che permette di ottenere un piatto dal sapore intenso e dalla consistenza perfetta, motivo per cui il Carnaroli rimane la scelta privilegiata tra chef e appassionati di cucina.