Settembre si apre con una sorpresa destina a cambiare le carte in tavola per molti pensionati italiani, che dovranno fare i conti molto più ristretti. Non si tratta di un rincaro di una novità fiscale, ma di un nuovo obbligo che può far perdere importi e sospendere anche trattamenti economici.
Per chi non è aggiornato sui propri obblighi, questa data può trasformarsi in un vero e proprio incubo finanziario, che rischia di causare seri problemi. Molti pensionati potrebbero veder addirittura scomparire per intero l’assegno mensile atteso per il mese successivo, ritrovandosi con un pugno di mosche per le mani.
Pensioni revocate, il rischio concreto
Il rischio riguarda in particolare chi percepisce pensioni legate al reddito, come integrazione al trattamento minimo, maggiorazione sociale o pensioni ai superstiti. La nuova normativa impone di comunicare all’INPS i redditi percepiti negli anni passati, altrimenti l’ente può prima sospendere e poi revocare la prestazione.

Chi non adempie all’obbligo rischia quindi di non ricevere più la pensione a partire da ottobre, ma anche di dover restituire somme percepite in precedenza. Il problema, infatti, colpisce soprattutto chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi con modello 730 o modello Redditi relativo al 2021.
Il recupero riguarda tutte le erogazioni per le quali i redditi 2021 risultano rilevanti e che solo adesso sono finiti al vaglio delle agenzie statali. È un’operazione automatica che l’INPS attua una volta trascorsi 60 giorni dalla sospensione senza che il pensionato abbia fornito le informazioni richieste.
Per evitare la revoca, la data da segnare sul calendario è il 19 settembre, entro cui tutti i pensionati interessati devono inviare la ricostituzione reddituale richiesta. La misura non riguarda prestazioni prettamente assistenziali, come pensioni di invalidità civile o assegni sociali, ma solo quelle legate alla condizione reddituale.
Già a luglio, in prima battuta, l’INPS aveva applicato una trattenuta del 5% sugli importi mensili ai pensionati che non avevano presentato la dichiarazione reddituale. Da metà settembre, alla sospensione seguirà la revoca vera e propria, con conseguente richiesta di restituzione delle somme percepite in maniera indebita.
Per agevolare i pensionati, l’INPS ha inviato lettere e solleciti via PEC o email, inoltre, è possibile recuperare tutte le comunicazioni nell’area riservata MyINPS. L’invito è di verificare subito la propria posizione e procedere all’invio della ricostituzione reddituale, così da evitare sospensioni e revoche e mantenere intatti i trattamenti.