Ad ottobre le buste paga non saranno tutte uguali, per migliaia di lavoratori, infatti, il cedolino porterà con sé più del consueto stipendio, Dopo anni di attesa e di contrattazioni non sempre lineari, arrivano aumenti e arretrati che segnano un passaggio importante nel trattamento economico.
Una serie di novità che rendono questo mese in arrivo particolarmente atteso, perché segna una svolta che va oltre le semplici cifre stampate sul cedolino. È il risultato di un percorso complesso, che trova ora un riscontro concreto e tangibile, trasformando il lavoro quotidiano in una realtà finalmente più valorizzata.
Gli aumenti di ottobre
Il protagonista di questo cambiamento è il rinnovo del contratto collettivo nazionale 2022-2024, entrato in vigore solo di recente, portando ai primi effetti positivi. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso agosto, il nuovo accordo riconosce finalmente i miglioramenti retributivi che erano rimasti fino a ora sospesi per i lavoratori.

Sono circa 40.000 i dipendenti coinvolti nella manovra, tra personale dirigente e non dirigente, che potranno presto vedere concretamente i benefici del rinnovo. Nei cedolini di ottobre gli aumenti diventeranno realtà, mentre gli arretrati relativi agli anni passati saranno liquidati con un cedolino speciale, atteso a giorni.
Gli incrementi medi per il personale non dirigente ammontano a circa 186 euro lordi al mese, pari a oltre 2.400 euro in più all’anno. Per i dirigenti, invece, si parla di 477 euro mensili, ma esistono anche valori più bassi per i direttivi, attorno ai 254 euro.
Il nuovo contratto non si limita ad aggiornare gli stipendi tabellari, ma introduce anche incrementi nelle indennità legate alle mansioni più delicate. L’indennità di rischio, ad esempio, cresce del 6,5%, traducendosi così in circa 45 euro lordi in più per chi opera direttamente sul campo.
Anche per i dirigenti si registra un miglioramento, con aumenti che superano i 60 euro e 26 euro per i ruoli tecnici e di rappresentanza. Altri benefici riguardano le indennità per le festività, i turni notturni e le trasferte, aspetti che incidono direttamente sulla vita quotidiana di chi lavora.
Il capitolo arretrati è altrettanto rilevante, i tre anni precedenti non hanno visto applicati i nuovi importi e sarà necessario un versamento unico per recuperare. Si parla di circa 78 euro medi per il 2022, 116 per il 2023 e 192 per il 2024, che verranno corrisposti entro la fine di settembre con un cedolino dedicato.