Ogni anno, con l’arrivo dell’autunno, il dibattito sulla manovra economica riaccende speranze e interrogativi. Molti lavoratori, nello specifico, avevano accarezzato l’idea di una tredicesima più leggera dal punto di vista fiscale.
Si parlava, fino a poco tempo fa, di detassazione, bonus natalizi, misure straordinarie capaci di restituire un po’ di respiro alle famiglie già appesantite dai continui rincari. E invece, a dicembre 2025, la realtà sarà ben diversa: nessuno sconto o beneficio aggiuntivo e una mensilità extra che rischia di deludere (ancora una volta) le aspettative.
Promesse evaporate
Per settimane il tema della tredicesima era tornato tra le ipotesi più discusse. Alcuni quotidiani avevano lasciato intendere che il Governo stesse valutando un taglio mirato dell’IRPEF per il mese di dicembre e un bonus una tantum per i redditi medio-bassi.
Ma con il passare dei giorni quelle ipotesi si sono progressivamente dissolte. Più che un annuncio mancato, è un passo indietro silenzioso. Pochi commenti, ancora meno conferme. E una sensazione diffusa che quelle modifiche non fossero nemmeno in agenda.

La ragione, in realtà, come spesso accade è una sola: i costi. Una detassazione reale sulla tredicesima avrebbe richiesto circa 15 miliardi di euro, ina cifra impensabile da sostenere in una manovra che che ne vale 18 complessivi. Di fronte a sanità, welfare pensioni e famiglie da sostenere la priorità è andata altrove.
Il taglio IRPEF c’è (ma non fa miracoli)
Qualcosa nella legge di Bilancio, però, è stato inserito. Una delle misure più concrete è la riduzione dell’aliquota IRPEF intermedia. Quella che riguarda i redditi fino a 50.000 euro scende dal 35% al 33%. Un ritocco che porterà nelle tasche qualche centinaio di euro in più al mese.
Sono previsti anche incentivi per il rinnovo dei contratti collettivi nel settore privato. Un intervento mirato che ha lo scopo di favorire accordi più moderni e vantaggiosi, con benefici fiscali per le aziende e, di riflesso, anche per i dipendenti. Ma si tratta di effetti diffusi su base annua, non di misure che incideranno direttamente sulla busta paga di dicembre.
Il dato incontrovertibile è che la tredicesima resterà tassata in modo pieno. Le alinquote standard del 23%, 33% e 43% si applicheranno senza alcuna detrazione. A differenza dello stipendio ordinario, infatti, sulla tredicesima non valgono detrazioni per lavoro dipendente né per carichi familiari. Di conseguenza, l’importo netto percepito è sempre più basso rispetto alle mensilità ordinarie.
Per un lavoratore con uno stipendio di circa 1700 euro, la tredicesima 2025 si attesterà intorno ai 1350-1400 euro netti. Cifre quasi identiche a quelle dell’anno precedente, quando in molti avevano già lamentato un potere d’acquisto ridotto a causa dell’inflazione.
