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Secondo gli americani il migliore posto del mondo dove mangiare la pizza non è l’Italia

Tu vuò fa l’americano?

 

Non siamo mica gli americani, cantava un giovane Vasco Rossi per definire la netta differenza tra uno nato a Zocca e uno nato nello Utah. Di certo, in cucina la differenza si sente parecchio. Nel primo viaggio negli Stati Uniti capita a tutti di ingrassare almeno 5 kg e di tastarsi spesso il braccio sinistro come a prevedere un infarto, viste le porzioni magnum di cibo da cercare tra i litri di salse, aromi e trigliceridi vari.

Però gli USA non sono solo junk food, sono anche pizza. Ecco, magari non dovrebbero sforzarsi nel fare gli intenditori, come invece è capitato al buon Daniel Young del sito Condé Nast Traveler, che si è sentito in dovere di redigere una classifica urbi et orbi agli americani in fatto di migliori città al mondo in cui mangiare la pizza. Vi spoileriamo subito che al primo posto non c’è Napoli, né una città italiana. Sorpresi?

Non dovreste, perché gli americani hanno già dichiarato più volte che la pizza italiana fa schifo e poi, poveri stelli, basterebbe vedere il loro tutorial per cucinare la pasta, per essere estremamente infastiditi dalla saccenza con sui si lanciano in giudizi nei campi che non gli competono.

Le facciamo mai noi le classifiche sulle migliori armi da portare a scuola? Quelle sugli stati da evitare se sei di colore? Quelle su quale sport ti può far vincere una borsa di studio? No. A ognuno il suo, ammerigani.

Di seguito, per farvi fare due risate, la classifica USA con le foto originali. Ed è subito rissa.

 

14) Las Vegas

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Eccoci, partiamo subito con la prima bestemmia. Las Vegas non era nota soprattutto perché ti potevi sposare nella cappella di Elvis con gli sconosciuti in 10 minuti dopo aver perso tutto il giorno prima al casinò ed esserti ubriacato fino a perdere i sensi? Mi dite in quello stato com fai a capire se la pizza è buona o no? Infatti nella foto qua sopra fanno le fette biscottate decorate.

 

13) Los Angeles

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L.A. non è esattamente la patria del minimalismo, come ben sapete. Vuoi per Hollywood, per le ragazze discinte che ballano la musica dei Mötley Crüe sulla Sunset Strip davanti a tipi strafatti di meth. Sarà per questo che poi ogni pizza sembra buona, anche il ciambellone toscano della nonna con nel mezzo il sugo per la pasta, come in foto.

 

12) Philadelphia

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Fa piacere che ancora non ci sia una città italiana. Di Philly ci fanno vedere questa bella pizza con la salsiccia bruciata e le escrescenze tipo il compagno delle medie con l’acne. Poi magari è buonissima, specie se hanno usato la Philadelphia. Ah ah ah battutona.

 

11) Milano

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Milano, famosa in tutto il mondo per il mandolino e per la pizza. Forse. Di sicuro c’è quella che hanno messo qui sopra non è una vera pizza, ma una micro roba fatta apposta per gli aperitivi a 10 euro a drink. Una cosa figa e chic per gente che non ha fame.

 

10) Palermo

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Dai che si inizia a ragionare. Anche gli americani, dopo 5 tentativi, almeno uno lo buttano dentro. Ecco la mega pizza con le verdure vendicative, quelle che digerisci tre giorni dopo, mentre pensi ad altro. Un ruttino al peperone e via, sai che ce l’hai fatta. In ogni caso, per ora a foto vince Palermo.

 

9) Firenze

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Se capito a Firenze, ordino una pizza e mi arriva questa cosa qui, sbaracco il tavolino e verosimilmente deve giungere l’Arma a calmarmi, minacciando il penale. E invece, guarda un po’, gli americani vanno matti per questa stella a 8 punte costellata di boh, salsa verde e basilico? A casa mia si chiama scarpetta.

 

8) Edmonton (Canada)

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Per essere politically correct, l’americano butta dentro anche la pizza canadese, che già solo a guardarla poi dovete fare un’ora di step per bruciare i grassi. È anche vero che in Canada c’è freddo, ma se mangiate tutti i giorni questo pizzone mozzarella, salamino e colesterolo potreste non arrivare all’estate.

 

7) Venezia 

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Dai, anche Venezia se la cava bene, con questa pizza con dentro tutto, come dal kebabbaro. Occorre informare gli americani che nessun italiano entrerebbe mai in un ristorante a Venezia, perché il conto potrebbe equivalere a un quarto del proprio stipendio mensile.

 

6) New Haven (Connecticut)

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A caso. Leggo la didascalia e trovo una descrizione tipo: c’è una pizzeria napoletana che sembra di essere in Italia. Allora perché poi hanno allegato la foto di una pizza tutta bruciata con sopra una roba che sembra broccoli? Non scherziamo sulle cose serie, su.

 

5) Napoli

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Ah, un po’ di pace. Godetevi lo spettacolo della pizza Margherita in foto, perché se Napoli è al quinto posto, significa che tutte le voci successive saranno una cazzata.

 

4) Orlando (Florida)

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Come volevasi dimostrare. Orlando, in Florida, è famosa soprattuto per DisneyWorld, ma il redattore della classifica ci tiene a precisare che è piena di pizzerie italiane in cui lavorano italiani veri, che portano il sapore di Napoli negli USA. Su questa affermazione perdo il senno, visto che la Napoli originale non è entrata neanche nella loro top 3.

 

3) Roma

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Roma, la grande bellezza, i The Pills, la scena romana, la politica, il Vaticano, il capitano Totti, il supereroe Jeeg Robot, er Colosseo, le cose che solo i veri romani possono capire. C’hanno tutto, ora anche la pizza più buona d’Italia. Che escludiamo in modo categorico sua quella rappresentata nella foto qui sopra.

 

2) New York City

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Purtroppo dal nervoso ho già spaccato 4 schermi del computer. Al secondo posto delle città in cui si mangia la migliore pizza nel mondo c’è New York. Il luogo in cui accade di tutto, la capitale del mondo, il primo punto in cui arrivano gli alieni dei film e che farebbe anche la pizza Margherita più buona anche in Italia. Ok.

 

1) Chicago

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Ci cago. Scusate la battuta shakespeariana ma si può mettere al primo posto la pizzeria Spacca Napoli di Chicago come migliore nel MONDO e poi postare una foto di una roba sicuramente gustosa con l’uovo nel mezzo, dopo aver bistrattato la vera pizza napoletana?

Amici, forse è arrivato il momento di richiamare i nostri connazionali all’estero e contattare l’Ambasciata.

 

[via Condé Nast Traveler]

Simone Stefanini

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