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Forspoken, questione di feeling

Un’analisi di Forspoken, l’action RPG sviluppato da Luminous Productions e pubblicato da Square Enix.

https://www.youtube.com/watch?v=N6goMdDb4UQ

Di Forspoken, nei giorni scorsi, se ne è parlato parecchio e non sempre bene, anzi. L’ action RPG sviluppato da Luminous Productions e pubblicato da Square Enix, che ho provato lungamente nella versione PS5 scegliendo l’opzione performance (quindi prediligendo la stabilità del frame-rate piuttosto che la risoluzione grafica o il ray-tracing in 4k), anche a me ha lasciato sensazioni contrastanti. Ci sono stati aspetti dell’avventura di Frey che ho trovato molto ben congeniati e pensati e altri meno, con qualche vera e propria lacuna francamente incomprensibile per un titolo se non proprio Tripla A + sicuramente di prima fascia. Ma andiamo con ordine.

Quello che funziona, molta bene, in Forspoken è il sistema di magia, ovvero il combat-system. Ad oggi, per un gioco di ruolo action basato, giustappunto, sulla concatenazione di incantesimi legati alle forze naturali, questo è uno dei migliori esempi. Il combat è agile, dinamico e lo si comprende dopo poche ore di gioco. Per “masterarlo” occorre maggiore pazienza ma anche un giocatore neofita, insomma, può imparare alla grande come si fa a combattere i nemici. Altro fiore all’occhiello di Forspoken sono i menu, che hanno uno stile molto particolare: forse non sempre a “fuoco”, o di immediata comprensione, ma senza ombra di dubbio dimostra carattere e proprietà. Anche la dimensione legata ai potenziamenti, che si traducano in differenti tipologie di mantelli e di smalti per le unghie è acuta e ben congeniata, soprattutto se si pensa che la protagonista del titolo è una adolescente.

Ecco Frey protagonista di Forspoken

Ecco, a proposito della protagonista: Frey, per quanto caratterizzata con dovizia di particolari, non funziona. Forspoken, che a conti fatti è un isekai all’acqua di rose, continua a gettare in faccia al giocatore una serie di informazioni, sul mondo di gioco, interessanti e intriganti che, però, vengono molto spesso blandite e depotenziate dalle reazioni della protagonista che, appunto, abbassa il livello. Forse, a livello di scrittura, ci sarebbe voluta maggiore attenzione e un grado di profondità maggiore. Anche dal punto di vista delle prestazioni, tralasciando il porting su pc che stante a quanto si legge è in una situazione al limite del tragico, Forspoken non brilla di certo. In modalità prestazioni fa il suo, nonostante una risoluzione bassina per un titolo “PS5 only” mentre con le altre si fa, davvero fatica. Un peccato perché, al netto di un open-world certamente spoglio, l’estetica cattura l’occhio.

Un mondo oscuro in Forspoken

Un altro fattore che non mi è piaciuto è stato, diciamo così, il bilanciamento del gioco. Infatti, quando si “menano” le mani e si affrontano certe boss-fight con avversari titanici, Forspoken è divertente, frizzante e appagante. Quando però dall’azione si passa alla “riflessione”, ovvero alle cutscene o comunque alle scene parlate, la soglia di attenzione cala. Molto similmente insomma a quanto sperimentato con Final Fantasy XV, Luminous Productions non raggiunge, pienamente, i risultati sperati. Per questo motivo e per il modo che ho di percepire il mondo del videogioco, Forspoken è un titolo da 6.7, che però si “spinge” fino al 6.8 per la qualità, ottima, delle texture dei mantelli e degli effetti delle magie. Non so dire se vi saranno delle patch ma la sensazione, nonostante il netto miglioramento rispetto alla prima presentazione ufficiale, di “occasione sprecata” o, comunque, di titolo secondario rispetto a quelli davvero stimolante non se ne va. Tuttavia, mi viene da fare una riflessione, un po’ a cuore aperto: Square Enix, o chi per voi, non “buttate nel cestino” il sistema di combattimento magico. Si tratta infatti di uno dei migliori del genere arpg.

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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