Libri
di Mattia Nesto 8 Febbraio 2023

Baby Blue di Bim Eriksson: ai tamburi che vanno fuori tempo

Pubblicato da add Editore, Baby Blue di Bim Eriksson parla della dittatura della felicità in modo stupefacente.

Una vignetta di Baby Blue  Una vignetta di Baby Blue

Stupefacente è stato leggere Baby Blu di Bim Eriksson perché il volume, ottimamente pubblicato da add Editore, non solo mi è piaciuto un botto ma mi ha anche permesso, molto più di tanti romanzi contemporanei che trattano il tema, di riflettere in modo profondo e approfondito del tema centrale di quest’opera a fumetti, ovvero della “dittatura della felicità”. Se infatti la dittatura della felicità nella Svezia distopica tratteggiata da Bim Eriksson è un dato di fatto, e ovvio scintilla che fa innescare tutta la storia, il parallelo con la nostra di società, quella vera, quella in cui siamo immersi ogni giorno è, in pratica, cosa fatta. Tanto la protagonista del racconto a fumetti si trova schiacciata e banalizzata in un Paese che, addirittura, ha messo in piedi una psicopolizia per registrare i cambi di umore nelle persone, tanto noi, chi più chi meno, ci troviamo stretti tra meccanismi sociali che, giustappunto ci obbligano a comportarci tutti ugualmente: sorridi, presentati bene, sii felice.

Il bellissimo volume di Baby Blue  Il bellissimo volume di Baby Blue

Ecco, proprio questo è il punto di Baby Blue: sii felice! Non è un consiglio, non è un’osservazione né una riflessione ma un ordine che tutti quanti, magari tanti a fin di bene (pensano ingenuamente) ci forniscono presto o tardi nella vita. Ecco proprio questo fil rouge ci tiene avvinti come l’edera alla storia, distopica appunto, della Svezia governata dalla felicità. Ecco allora che Betty Pott, che soffre spesso di, normalissime, “crisi” di felicità, si trova ben presto convocata all’istituto di psichiatria e di salute popolare. Qui, mentre subisce, per la prima volta nella sua vita, un trattamento di rieducazione emotiva a base di flebo e sostanze iniettate direttamente endovena, conosce Berina, un’enigmatica ragazza che, contrariamente a tutti gli altri, ci sente e ci vede e, in maniera insospettabile, si mette a parlare con lei. Getta un ponte con l’altro, diremmo, se fossimo in Death Stranding.

Lo stile di Baby Blue  Lo stile di Baby Blue

Da qui la vicenda è come se si caricasse di forza e dinamismo e, senza volervi anticipare troppo, andrà sempre più a sviscerare le contraddizioni insite in questo tipo di società caratterizzata dalla ferrea volontà di controllo totale sui comportamenti, pulsioni, desideri e, ancora una volta, felicità dei propri cittadini. Il racconto di Baby Blue fluisce in modo schietto e genuino ma mai banale e anche i disegni, connotati da uno stile riconoscibile per quanto, volutamente, non perfetto, ci fanno provare empatia con le protagoniste. Un racconto di girl power che ribalta gli stilemi comuni e che vi conquisterà. Inoltre, in conclusione, voglio ribadire l’assoluta bellezza del volume, inteso proprio in senso fisico, di add Editore: l’acquisto, come avrete compreso, è assolutamente consigliato. Per rendervi felici parlando, anche, di tristezza.

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