Bisogna ammettere una cosa: certi libri ti fanno proprio cambiare il modo di guardare le cose e il mondo e questo libro, Il femminile nella fiaba di Marie-Louise von Franz, pubblicato da Bollati Boringhieri, è proprio uno di quelli. Già perché nonostante magari possa apparire come ostico, il libro in questione non solo ha un’anima spiccatamente pop ma anzi è proprio da consigliare a ogni tipologia di lettrice e lettore. Il motivo è presto detto. L’allieva di Carl Gustav Jung infatti opera una meticolosa attività di ricerca e disvelamento dei significati più profondi di fiabe che tutti conoscono. Partendo da Biancaneve o da Rosaspina aka La Bella Addormenta, la studiosa dimostra come racconti che tutti quanti abbiamo fruito da più piccoli, magari tradotti nella versione Disney, nascondano, neppure troppo segretamente, motivi e segnali della condizione femminile nel corso dei secoli.
Prendiamo ad esempio la prima fiaba analizzata, ovvero Rosapina aka La bella addormentata. Marie-Louise von Franz ci dice che il sonno di “oltre cent’anni” della principessa simboleggia in realtà il periodo di pubertà della donna: “Ciò significa che una certa parte della femminilità è consentito dalla civiltà solo se non oltrepassa il livello infantile di sottomissione. All’elemento femminile si permette di vivere durante l’infanzia, mentre lo si bandisce quando arriva a un’età in cui dev’essere preso sul serio nel mondo adulto”. Ecco allora che dietro a una, solo apparentemente, fiaba per bambine e bambini si nasconde un vero e proprio paradigma sociale che, ahinoi, ha resistito e, in larga parte, resiste da secoli.
Proseguendo nella lettura del volume di von Franz si fa un vero e proprio viaggio attraverso archetipi fiabeschi che trovano una precisa corrispondenza nell’ordinamento sociale e che permettono di delineare una vera e propria psicologia del femminile (non a prova di smentite ma certamente ricca di spunti interessanti).
A un certo punto, nel paragrafo dedicato al racconto La fanciulla senza mani, l’autrice sottolinea: “L’esperienza mi ha mostrato che per le donne è molto doloroso, ma altrettanto importante, prendere coscienza della loro solitudine e affrontarla. La terra vergine è quella parte della psiche non toccata dalle attività collettive, e soggionarvi significa ritirarsi non solamente dalle vedute e dalle opinioni dell’Animuns (la società e i precetti sociali latamente intesi, ndr) ma da ogni impulso a obbedire ciecamente a quanto la vita sembra esigere. Vivere nella foresta, dunque, corrisponde psicologicamente a immergersi nella più profonda interiorità del proprio essere per farne la scoperta, liberi da ogni convenzione”.
Ecco quindi che la lettura de Il femminile nella fiaba non solo è fortemente consigliata ma anche imprescindibile per affrontare in modo coerente e informato sui fatti un dibattito che trova nel contemporaneo la sua ragione d’essere. Se davvero ci vogliamo dire progressisti e fautori di pieni diritti (e in Dailybest ci piace pensarla così) ripensare a fiabe come Rosaspina o Biancaneve utilizzando i meccanismi psicologici di Marie-Louise von Franz è davvero un esercizio utile, oltre che socialmente importante.
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