Libri
di Mattia Nesto 22 Settembre 2023

Lagune, un’Odissea d’acqua dolce

Lagune è un’Odissea d’acqua dolce.

La copertina di Lagune www.coconinopress.it La copertina di Lagune

Lagune, volume di Christophe Dabitch e Piero Macola, è un testo sconvolgente, ricco di poesia, orrore e timore per il futuro, oltre che una flebile, quanto immortale speranza e fiducia negli umani affetti. So di suonare un po’ magniloquente, perfino esagerato se si vuole, per esordire così, ma questo fumetto pubblicato da Coconino ambientato in una Venezia del futuro mi ha davvero impressionato. Almeno per tre motivi. Il disegno, la sceneggiatura e il sapore delle pagine. So che l’ultima motivazione può suonare strana ma ci arriveremo. Partiamo, innanzi tutto, dal disegno e dallo stile. Macola, sicuramente, è un nome che non bisogno di presentazione ma in questo suo lavoro si è, davvero, superato. Grazie a un paneling ora molto serrato ora molto più leggere e “aereo” ci porta alla scoperta di questa Venezia così simile e distante dalla nostra in compagnia di Paolo, un ragazzo di sedici anni, un figlio elettrico e malinconico, che vuole bene al suo enigmatico padre che un giorno, un giorno come un altro, sparisce senza lasciare traccia di sé. Così, e nelle tavole di Macola la Venezia si allarga e si restringe a seconda del paesaggio e del momento, seguiamo la ricerca di Paolo, novello Telemaco in mezzo a quest’Odissea lagunare. Ho adorato questo tratto metafisico e, appunto, gassoso, che si intona alla perfezione con i flutti e le acque della Laguna, i suoi isolotti, i suoi calli, le sue aree più oscure e povere, oltre che le barriere che, almeno qui, non la proteggono “solo” dal mare ma, soprattutto, la isolano dal mondo.

Benvenuti in Lagune, un’opera potente e poetica al contempo www.coconinopress.it Benvenuti in Lagune, un’opera potente e poetica al contempo

Il secondo motivo per cui questo fumetto è un must to have è la sceneggiatura, o meglio il suo ritmo, la sua voce. Una sceneggiatura, un ritmo e una voce che vanno di pari passi a quella di Paolo, un ragazzo fondamentalmente buono che come tutti a sedici anni sta ancora cercando il suo posto del mondo. Egli è un ragazzo onda, un ragazzo che non sta fermo, che ora ha una rabbia montante (con magari degli scatti d’ira anche fisica verso il prossimo) ma che poi si ritira nella sua solitudine rimpiangendo i giri in barca con il padre. Questo è un racconto dolce ma anche aspro, con i migranti che come spettri vagano e si rifugiano per le tante isolano che punteggiano le Lagune. Quelle isole dove, una volta, “si portava la fidanzata a far l’amore sotto gli alberi“, ora sono “porti escondidi”, luoghi nascosti dove celarsi alla vista delle autorità che, senza pietà, applicando una legge piuttosto “disumana”, respingono, bastonano e tengono fuori lo straniero. Ogni riferimento al tempo presente, in questo futuro così distopico, ne sono certo, è voluto. Ed è un bene lo sia.

Lo stile di Lagune www.facebook.com Lo stile di Lagune

Arriviamo ora al terzo motivo, quello forse più curioso, ovvero il sapore. Ecco il fumetto sa di laguna, porta con sé la sua aria, le sue onde e le sue isole, il suo tempo basso e grigio, le sue zone scure e quelle chiare, la sabbia e i gabbiani, i granchi e i pesci, i migranti e i veneziani, tutti uniti in un unico flusso che ha portato quell’accozzaglia di villaggi nati durante le invasioni barbariche per proteggersi dagli attacchi nemici nella città più bella del mondo. Ma qui di bellezza, della bellezza turistica di Venezia, di quel “luna park per gente ricca”, non c’è traccia. C’è l’altra faccia della città, c’è la città che perde popolazione anno dopo anno, c’è la città “morta” che un tempo era viva, c’è la città tutto rivolta al ricordo e che non riesce ad avere pensiero e fiato per il futuro. Chissà che quel domani perduto per “la laguna” non possa venire proprio da quelle genti che vengono da lontano, che non vengono da Venezia, un po’ come i personaggi di Lagune: sghembi e storti, giunchi tormentati dal vento sferzante che viene dall’Est ma che, nonostante tutto, non si spezzano e, forse, un domani torneranno a crescere rigogliosi. Lagune è un’Odissea d’acqua dolce.

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