Il Governo Meloni ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che delega l’esecutivo a disciplinare l’energia nucleare sostenibile nel Paese, un passo fondamentale verso il rilancio del nucleare come risorsa strategica per la transizione energetica e la sicurezza dell’approvvigionamento.
Il provvedimento, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza Unificata e risponde alle richieste di maggior coinvolgimento delle Regioni e Province autonome, si prepara ora all’esame parlamentare.
Le novità del disegno di legge sul nucleare sostenibile
Il ddl approvato si concentra sull’adozione di un modello di nucleare sostenibile basato su impianti di piccola taglia, diffusi sul territorio nazionale, in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2050 e di sicurezza energetica. Il testo assegna al Governo la delega per emanare entro 12 mesi i decreti attuativi che definiranno le modalità operative per il ritorno del nucleare in Italia. Tra le misure previste figura la redazione di un Programma nazionale per il nucleare sostenibile, che costituirà la roadmap strategica del settore.
Viene inoltre istituita una Autorità indipendente per la sicurezza nucleare, con il compito di garantire il massimo livello di tutela ambientale e di salute pubblica. Un ulteriore focus è posto sul potenziamento della ricerca scientifica e industriale, con investimenti dedicati allo sviluppo di tecnologie innovative come gli SMR (Reattori Moduli di Piccola Taglia), gli AMR (Reattori Moduli Avanzati) e la fusione nucleare.
La legge prevede anche una robusta azione di formazione di nuove competenze specialistiche e campagne di informazione capillare rivolte ai cittadini, per favorire la consapevolezza e il coinvolgimento della popolazione nelle scelte energetiche. Le Regioni e Province autonome, pur esprimendo un giudizio positivo, hanno sottolineato la necessità di un loro ruolo attivo durante la fase di elaborazione dei decreti legislativi, soprattutto nella definizione delle aree idonee all’installazione degli impianti. Anche l’ANCI ha richiesto che i Comuni vengano consultati per garantire un’efficace partecipazione territoriale.

Sul piano finanziario, il governo ha stanziato un fondo di 20 milioni di euro da distribuire tra il 2027 e il 2029 per sostenere gli investimenti necessari alla realizzazione degli impianti e delle infrastrutture. A questo si aggiungono 7,5 milioni di euro per il biennio 2025-2026, destinati a campagne di informazione e consultazione pubblica. Il ddl stabilisce che i futuri decreti attuativi dovranno disciplinare non solo la produzione di energia nucleare, ma anche aspetti cruciali come la disattivazione e lo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esausto.
Viene inoltre prevista una riorganizzazione delle competenze e delle funzioni in materia, con un riordino della normativa vigente. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato come questa legge rappresenti una svolta: «Con questo provvedimento, l’Italia si dota di uno strumento fondamentale per guardare al futuro con realismo e ambizione. Vogliamo essere protagonisti delle nuove tecnologie, dagli SMR e AMR fino alla fusione, nel quadro della neutralità tecnologica e della transizione energetica europea. Il nucleare sostenibile è una scelta di innovazione, sicurezza e responsabilità verso cittadini, imprese e ambiente».
L’approvazione del ddl segna così un momento cruciale per la politica energetica nazionale, aprendo la strada a un rilancio del nucleare che si inserisce nel più ampio contesto europeo di decarbonizzazione e indipendenza energetica. L’impegno del Governo è rivolto a coniugare innovazione tecnologica, sicurezza e tutela ambientale, nel rispetto delle istanze territoriali e della partecipazione democratica.