La recente sentenza della Corte Costituzionale italiana ha segnato un passo fondamentale verso il riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali. Con la sentenza numero 68, depositata il 22 maggio 2025, i giudici hanno stabilito che i bambini nati da coppie di donne tramite fecondazione eterologa, effettuata in Paesi dove questa pratica è legale, avranno il diritto di essere registrati con due madri fin dalla nascita.
Questo pronunciamento rappresenta una vittoria significativa per le coppie lesbiche in Italia, che fino ad ora avevano affrontato numerose difficoltà legate al riconoscimento legale della loro genitorialità.
Figli di due mamme: via libera della Corte alla registrazione
Il contesto giuridico che ha portato a questa importante decisione è complesso. Nel 2023, il governo Meloni, attraverso una circolare del ministero dell’Interno guidato da Matteo Piantedosi, aveva tentato di disconoscere il diritto alla registrazione della seconda madre, nota come madre intenzionale, per i bambini nati da coppie lesbiche. Questa iniziativa aveva suscitato una forte reazione da parte della società civile e delle associazioni per i diritti LGBTQ+, che hanno denunciato un passo indietro in materia di diritti civili e di uguaglianza. L’episodio di Padova, in cui una madre intenzionale aveva visto negato il riconoscimento del suo ruolo genitoriale, è diventato emblematico di una situazione che ha spinto molte famiglie a lottare per i propri diritti.
La Corte Costituzionale, nel suo intervento, ha evidenziato che il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione italiana non può essere ignorato e che la discriminazione basata sull’orientamento sessuale è inaccettabile. I giudici hanno sottolineato l’importanza di garantire che tutti i bambini, indipendentemente dalla composizione della loro famiglia, abbiano il diritto di crescere in un ambiente stabile e amorevole, supportato da entrambi i genitori. La decisione della Corte non solo riporta il riconoscimento della genitorialità per le coppie lesbiche, ma sottolinea anche il valore della diversità familiare, che oggi rappresenta una realtà sempre più diffusa nella società italiana.
In una seconda sentenza, la numero 69, pubblicata nella stessa giornata, i giudici hanno affrontato un altro tema cruciale: il diritto delle donne single di accedere alla fecondazione assistita. La Corte ha stabilito che non è compito dello Stato limitare l’accesso alla fecondazione assistita alle sole coppie, ma ha lasciato al Parlamento la responsabilità di decidere in merito all’estensione di questo diritto. Questa apertura rappresenta un’importante opportunità per molte donne che desiderano avere un figlio, ma che non vivono in una relazione di coppia.
Il riconoscimento alla nascita dei figli delle coppie lesbiche e l’apertura della fecondazione assistita alle donne single pongono interrogativi significativi sulla struttura e sulla definizione della famiglia nel contesto contemporaneo. Negli ultimi anni, la società italiana ha visto un cambiamento nelle percezioni e nelle norme riguardanti la genitorialità e le famiglie. Molti italiani, in particolare le nuove generazioni, stanno abbracciando una visione più inclusiva e aperta delle relazioni familiari. Le sentenze della Corte Costituzionale si inseriscono in questo quadro di cambiamento, riconoscendo e legittimando le diverse forme di famiglia che coesistono nella realtà del nostro Paese.

Tuttavia, la strada verso una piena inclusione e accettazione delle famiglie omogenitoriali e delle donne single che desiderano diventare madri non è ancora terminata. Le reazioni a queste sentenze sono state variegate, con alcuni gruppi che applaudono a queste decisioni come un trionfo dei diritti civili, mentre altri esprimono preoccupazione per le implicazioni sociali e morali. È fondamentale, pertanto, che la società italiana continui a dialogare su questi temi, promuovendo una cultura di rispetto e inclusione, dove ogni individuo possa sentirsi valorizzato e rappresentato.
In questo scenario, il ruolo delle istituzioni e delle associazioni è cruciale. È necessario che le leggi e le politiche pubbliche evolvano per rispondere alle esigenze delle famiglie moderne, garantendo diritti e protezioni a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dallo stato civile. Le recenti sentenze della Corte Costituzionale rappresentano un importante passo in avanti in questa direzione, ma è fondamentale che la società continui a lavorare per costruire un futuro in cui ogni famiglia possa essere riconosciuta, rispettata e supportata nel suo diritto a esistere e prosperare.