Mentre si guarda già alle elezioni politiche del 2027, il dibattito sulla riforma della legge elettorale si fa sempre più intenso, con il centrodestra impegnato a definire una nuova proposta che potrebbe rivoluzionare il sistema di voto italiano
. L’ipotesi attualmente al vaglio viene ufficiosamente soprannominata “Neoporcellum”, un ritorno aggiornato e “costituzionalizzato” al modello che ha segnato la politica italiana nei primi anni 2000.
I punti chiave della proposta “Neoporcellum”
La base della riforma consiste nella sostituzione degli attuali collegi uninominali previsti dal sistema Rosatellum, che nel 2022 hanno favorito il centrodestra grazie alla frammentazione del centrosinistra. L’idea è di abbandonare questa formula per tornare a un sistema prevalentemente proporzionale, ma con un premio di maggioranza alla coalizione vincente che superi una soglia di consenso definita, indicativamente tra il 40 e il 42%.
La novità rispetto al vecchio Porcellum riguarda proprio l’adeguamento a quanto stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale del 2014, che aveva bocciato alcuni aspetti della precedente legge elettorale. La proposta prevede quindi un sistema proporzionale corretto da un meccanismo di premio che potrebbe essere progressivo: più alta è la soglia superata (ad esempio 42%, 43% o 45%), maggiore sarà il premio di maggioranza (dal 12% al 15%).
Un tema particolarmente dibattuto è quello dello sbarramento per i partiti non coalizzati. Attualmente fissato all’8%, si valuta di ridurlo al 3%, pari a quello previsto per i partiti che partecipano alle coalizioni. Questo cambiamento potrebbe favorire la corsa solitaria di formazioni come Azione di Carlo Calenda, che ha mostrato una propensione a correre senza alleanze. Nel centrodestra ci sono opinioni contrastanti: alcuni vedono in questa scelta un’opportunità per spingere partiti più autonomi, mentre altri preferiscono mantenere barriere più alte per preservare la coalizione.

Resta aperta anche la questione su come i cittadini dovranno scegliere i propri rappresentanti. L’ipotesi più semplice è quella di mantenere i collegi proporzionali con listini bloccati, dove l’elezione avviene in base all’ordine della lista votata. Tuttavia, Forza Italia spinge per l’introduzione delle preferenze, un sistema che permetterebbe agli elettori di indicare i candidati preferiti all’interno della lista.
Un’ulteriore proposta, avanzata da Ignazio La Russa, presidente del Senato, è una formula ibrida: capolista bloccato ma con possibilità di esprimere preferenze per gli altri candidati. Questo modello potrebbe rappresentare un compromesso tra la rigidità dei listini bloccati e la personalizzazione del voto, garantendo allo stesso tempo stabilità e rappresentatività.
Il confronto all’interno del centrodestra prosegue, con l’obiettivo di trovare un equilibrio tra le diverse anime politiche e di presentare una legge elettorale che possa reggere la competizione del 2027, garantendo al contempo governabilità e rappresentatività.
