L’immunità parlamentare dell’eurodeputata Ilaria Salis è stata confermata con un margine minimo dall’Assemblea plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo.
La decisione, presa con 306 voti a favore e 305 contrari, sospende ogni possibilità di procedimenti giudiziari a suo carico da parte delle autorità ungheresi, nonostante la forte pressione politica esercitata da alcuni gruppi, in particolare il Partito Popolare Europeo (PPE), i Conservatori (ECR) e i Patrioti.
La richiesta ungherese e le accuse contro l’eurodeputata
Le autorità di Budapest avevano richiesto formalmente la revoca dell’immunità di Ilaria Salis, eletta al Parlamento Europeo nel giugno 2024, per poter procedere con un processo giudiziario che la vede imputata per lesioni aggravate e partecipazione a un’associazione criminale. Tali accuse derivano dagli scontri avvenuti l’11 febbraio 2023 a Budapest, tra Salis e militanti di estrema destra. La richiesta ungherese mirava a far ripartire un processo attualmente sospeso, con la possibilità concreta di nuove misure restrittive, tra cui la custodia cautelare.
Senza l’immunità, Salis sarebbe stata esposta a un mandato di arresto europeo (MAE), con l’obbligo per l’Italia di valutare la possibile estradizione. La posta in gioco per Ilaria Salis è estremamente alta: la procura di Budapest ha chiesto una pena detentiva fino a 11 anni, sostenendo che l’europarlamentare sarebbe responsabile di aggressioni premeditate contro esponenti della destra radicale ungherese. Dall’altra parte, la difesa ha sempre denunciato la natura “politica” del procedimento, evidenziando anche le condizioni carcerarie “inumane” a cui Salis è stata sottoposta durante la detenzione preventiva.
La decisione del Parlamento Europeo rappresenta quindi una vittoria significativa per Salis, che potrà continuare il proprio mandato senza il rischio immediato di essere processata o arrestata in Ungheria. Tuttavia, il voto così risicato riflette una divisione profonda all’interno dell’Assemblea e un confronto politico che va ben oltre il caso individuale, toccando temi di sovranità nazionale, diritti umani e libertà politica nell’Unione Europea.