È atteso per domani il via libera definitivo al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, un’opera che dopo decenni di attese e discussioni si prepara a entrare nella fase operativa.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, sarà presente a Messina mercoledì alle 19 per celebrare l’approvazione da parte del Cipess, il Comitato Interministeriale di Programmazione Economica, del progetto esecutivo che darà il via ai lavori.
Il via libera al progetto e le dichiarazioni istituzionali
«Mercoledì arriverà al traguardo il progetto definitivo per l’avvio dei lavori del ponte sullo Stretto – ha sottolineato Vincenzo Figuccia, deputato e questore della Lega all’Ars – un’opera fortemente voluta da un milanese, segretario nazionale del mio partito, che ringrazio per l’impegno e l’abnegazione con cui ha costruito questo risultato». Secondo Figuccia, il ponte sullo Stretto rappresenterà un volano decisivo per lo sviluppo economico e turistico della Sicilia: «Attirerà visitatori da tutto il mondo per ammirare questa straordinaria opera di ingegneria, facilitando i trasporti di persone e merci e facendo conoscere l’eccellenza dei nostri ingegneri a livello globale».
Matteo Salvini, in collegamento video da Ancona durante un evento con la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Antonio Tajani, ha evidenziato l’importanza storica del momento: «Se ne parla dagli antichi romani, ora le ultime firme e normative delle prossime quarantotto ore segneranno una pagina di storia». Il ministro ha poi collegato il progetto del ponte a una più ampia visione infrastrutturale, ricordando l’impegno del governo anche sull’alta velocità ferroviaria lungo la dorsale adriatica: «Entro il 2027 ci saranno le prime gare e i bandi per l’alta velocità da Ancona in avanti, una priorità per sbloccare il potenziale di territori ancora troppo isolati».
Non manca però la forte opposizione da parte di attivisti e comitati No Ponte, che hanno organizzato un corteo per il 9 agosto e hanno avviato una campagna di volantinaggio per sensibilizzare la popolazione messinese. Gli oppositori sottolineano come, nonostante i numerosi annunci e le promesse di avvio lavori sin dal 2023, ancora oggi non si sia concretizzato nulla di tangibile. «Le attività di Stretto di Messina Spa ed Eurolink consumano risorse e sottraggono futuro, mentre Regione e Comune di Messina non rispondono ai reali bisogni del territorio», spiegano i promotori.

Un tema centrale della contestazione riguarda la crisi idrica: «Circa la metà dell’acqua che passa dalla rete siciliana si perde, con crisi idriche quotidiane anche a Messina. Nonostante ciò, la costruzione del ponte sottrarrebbe 5 milioni di litri d’acqua al giorno, pari al 20% del fabbisogno idrico della città». L’opera è stata inoltre inserita dal governo tra le infrastrutture di interesse strategico, con un’ulteriore enfatizzazione del suo ruolo militare nell’ambito degli impegni della NATO. Questo rafforza, secondo gli ambientalisti, la percezione del ponte come strumento di politica militarista in un contesto globale segnato da tensioni e riarmo.
Nel dibattito politico e sociale, emerge anche una critica più ampia riguardo all’utilizzo delle risorse pubbliche. «Con i 14 miliardi di euro stanziati per il ponte e i 30 miliardi spesi annualmente in armamenti dall’Italia, quante emergenze strutturali del Sud e delle isole, ma anche di tutto il Paese, si potrebbero affrontare?», si chiedono gli oppositori. Problemi come la siccità, la carenza di infrastrutture sanitarie, scolastiche, autostradali e ferroviarie restano infatti ancora irrisolti e rappresentano una priorità per molte comunità meridionali.
Questa tensione tra visione strategica e necessità locali, tra sviluppo infrastrutturale e tutela ambientale, continua a caratterizzare il dibattito attorno al ponte sullo Stretto di Messina, un’opera simbolo che divide opinioni e rappresenta una sfida cruciale per il futuro della Sicilia e del Mezzogiorno.