Nel quadro della crisi ucraina che continua a rappresentare un nodo cruciale per la sicurezza europea, il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha rilanciato con forza l’impegno dell’Italia a sostegno di Kiev, sottolineando la gravità delle conseguenze qualora la capitale ucraina dovesse cadere sotto il controllo russo.
L’impegno costante dell’Italia per l’Ucraina
Durante un’intervista rilasciata al direttore Claudio Cerasa per Il Foglio, il ministro Crosetto ha ribadito che l’appoggio italiano al popolo ucraino non è mai stato subordinato a dinamiche stagionali né a calcoli di opportunità politica momentanea. Questo impegno si fonda sulla condanna netta dell’aggressione militare di Mosca, definita una violazione degli impegni internazionali da parte di Vladimir Putin. Il conflitto, iniziato più di tre anni fa, ha causato oltre 500.000 vittime e ha provocato una devastazione senza precedenti in Ucraina, con città e infrastrutture rase al suolo.
Crosetto ha ricordato che l’Italia ha scelto di supportare Kiev proprio per contrastare questa politica di distruzione e sopraffazione, evidenziando come la solidarietà europea e occidentale debba rimanere ferma e coerente nel tempo. Il ministro ha lanciato un chiaro monito riguardo a uno scenario che nessuno può permettersi di sottovalutare: “Se cadesse Kyiv, l’Europa si troverebbe in guerra anche senza volerlo”.
Questa affermazione mette in luce il rischio concreto che il conflitto ucraino, finora confinato al territorio dell’Est Europa, possa estendersi coinvolgendo direttamente gli Stati membri dell’Unione Europea, con conseguenze imprevedibili per la stabilità e la sicurezza continentale. Crosetto ha inoltre sottolineato come la mancanza di manifestazioni pubbliche o scioperi in Italia e altrove per ricordare le vittime ucraine rappresenti un problema di coscienza collettiva.
Secondo il ministro, è fondamentale che l’attenzione internazionale resti alta sul diritto di Kiev a esistere come nazione sovrana e indipendente, così come avviene per altre crisi umanitarie di rilievo globale. Il ministro della Difesa ha espresso un appello che va oltre la semplice politica di sostegno militare e diplomatico: “Quei morti devono finire, come dovevano finire quelli civili palestinesi”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di una soluzione pacifica e del rispetto dei diritti umani in ogni conflitto.
Questa posizione evidenzia la volontà italiana di non limitarsi a un ruolo di fornitore di aiuti bellici, ma di contribuire attivamente a costruire un percorso di pace duraturo, che ponga fine alle sofferenze delle popolazioni coinvolte e impedisca ulteriori escalation. L’intervento di Guido Crosetto conferma così la linea del governo italiano, che continua a sostenere l’Ucraina con forniture militari, aiuti umanitari e pressione diplomatica, consapevole del fatto che la stabilità europea dipende in modo cruciale dall’esito di questo conflitto.