Proseguono senza sosta le operazioni di spegnimento del vasto incendio che da ieri pomeriggio interessa il versante del Monte Somma, nel Parco Nazionale del Vesuvio.
Le fiamme hanno colpito in modo particolare i territori di Terzigno e Ottaviano, generando una colonna di fumo visibile da diversi punti del golfo partenopeo.
Ripresa degli interventi aerei e coordinamento delle operazioni
Dalle prime ore di questa mattina, alle 5:20, sono ripartite le attività di spegnimento con l’impiego di otto mezzi aerei, tra cui quattro elicotteri del servizio antincendio regionale e quattro canadair della flotta nazionale. A causa delle condizioni di luce e sicurezza, i velivoli hanno potuto dispiegarsi solo a partire dalle 6:00, iniziando così un delicato lavoro di contenimento delle fiamme, che, alimentate dal forte vento e dalle temperature elevate, hanno raggiunto un’altitudine di circa 1.050 metri.
Parallelamente alle operazioni aeree, oltre cento operatori – tra Vigili del Fuoco, volontari della Protezione Civile e operatori della Sma Campania – sono impegnati su terra per contrastare l’avanzata del rogo. Per garantire un coordinamento efficace è stato istituito un tavolo di crisi in Prefettura a Napoli e una cabina di comando presso il campo sportivo di Terzigno, da cui si monitora in tempo reale l’evoluzione dell’emergenza.
Al tavolo operativo partecipa anche il presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Raffaele De Luca, che ha espresso forte preoccupazione per il decorso dell’incendio: «Siamo molto allarmati per l’evoluzione della situazione e il nostro impegno è focalizzato sia sulla tutela del patrimonio naturale che sulla sicurezza degli abitanti e dei lavoratori che vivono intorno al vulcano». Il rischio maggiore riguarda infatti il possibile danneggiamento irreversibile della flora autoctona, elemento cruciale per l’ecosistema locale.
Il primo cittadino di Terzigno, Francesco Ranieri, ha fornito un quadro dettagliato dell’emergenza: «L’incendio è partito all’interno del nostro comune e, inizialmente, il vento spingeva le fiamme verso il cratere, ma successivamente si è diretto verso valle, verso le abitazioni. Questo ci ha spaventati molto». Nonostante la vicinanza delle fiamme a pochi chilometri dalle case, grazie al tempestivo intervento dei mezzi terrestri e all’instancabile lavoro dei volontari della Regione Campania e dei Vigili del Fuoco, non si è reso necessario alcun sgombero.

Sull’origine delle fiamme, il sindaco Ranieri ha manifestato sospetti di natura dolosa: «Al momento non possiamo affermarlo con certezza, ma purtroppo abbiamo già vissuto eventi simili nel 2017, quando fu accertata la mano criminale dietro agli incendi. Di conseguenza, dobbiamo considerare l’ipotesi che anche questa volta le fiamme siano state appiccate deliberatamente». Le autorità competenti proseguono quindi le indagini per accertare le cause dell’incendio, concentrandosi anche su eventuali responsabilità penalmente rilevanti.
Il rogo rappresenta una grave minaccia non solo per l’ambiente naturale del Parco Nazionale del Vesuvio, ma anche per la sicurezza delle comunità locali, richiedendo uno sforzo coordinato e continuo da parte di tutte le strutture impegnate negli interventi di emergenza. La situazione resta monitorata costantemente, con l’auspicio che le condizioni meteorologiche migliorino per facilitare le operazioni di spegnimento e contenimento.