Uno studio recente condotto da Alex Bryson e colleghi dell’University College London (UCL), e pubblicato su Plos One, ha analizzato dati provenienti da indagini nazionali sulla salute mentale negli Stati Uniti e nel Regno Unito, oltre che dal progetto globale Global Minds, coinvolgendo quasi 2 milioni di persone in 44 Paesi. Il risultato evidenzia un aumento significativo dello stress e del disagio psicologico proprio nelle persone al di sotto dei 40 anni, con un’intensificazione più marcata tra i più giovani.
In particolare, Bryson sottolinea che non si tratta di un miglioramento della felicità in età matura, bensì di un peggioramento dei livelli di benessere nelle fasce d’età più basse. La classica curva dell’infelicità, che raggiungeva il picco intorno ai 50 anni, oggi si è trasformata in una linea discendente con l’età, soprattutto nei Paesi anglofoni ad alto reddito come Regno Unito e Stati Uniti. Al contrario, in aree con minore accesso a Internet, come alcune zone dell’Africa, i giovani “sconnessi” risultano significativamente più felici dei coetanei “connessi”.
Le possibili cause di questo fenomeno includono un uso massiccio dei social media, l’impatto dell’isolamento dovuto alla pandemia da Covid-19 e le difficoltà di accesso ai servizi di assistenza sanitaria mentale, tutti fattori che aggravano lo stress nei giovani.
Aumento degli infarti e fattori di rischio cardiovascolare nei giovani
Parallelamente alla crescente pressione psicologica, emergono preoccupazioni anche per la salute fisica degli under 40. In Trentino, per esempio, si registra un aumento degli infarti nei giovani, una problematica che coinvolge sempre più persone sotto i 40 anni. Il direttore dell’Unità operativa di cardiologia di Trento, Roberto Bonmassari, ha evidenziato come, oltre alle cattive abitudini legate a fumo, alcol e alimentazione scorretta, la diffusione di sostanze stupefacenti, in particolare la cocaina, rappresenti un fattore aggravante nel rischio cardiovascolare.

Bonmassari spiega che la malattia aterosclerotica, principale causa degli infarti, può iniziare a manifestarsi precocemente e che l’uso di droghe stimola il rischio ischemico acuto. Quando un giovane arriva in pronto soccorso per un infarto, la prima indagine riguarda proprio la possibile assunzione di sostanze stupefacenti, dato che alcune terapie sono controindicate in questi casi. A livello nazionale, si osserva un aumento significativo anche degli arresti cardiaci tra i giovani, con circa 1.000 casi annui sotto i 40 anni, nonostante questa fascia di età venga generalmente percepita come sana.
Oltre alla cocaina, si segnala un incremento dell’abuso di alcol e di cattive abitudini alimentari, con l’Italia che detiene il triste primato europeo per l’obesità infantile. Lo stress, in particolare quello cronico e negativo, aggrava il quadro mettendo in crisi l’equilibrio neurovegetativo e incentivando comportamenti a rischio come il fumo o la sedentarietà.