Una scoperta eccezionale nel Mar Baltico sta rivoluzionando la nostra comprensione delle antiche strutture sommerse: è stata individuata una muraglia sottomarina di dimensioni colossali, una sorta di gemella subacquea della celebre Muraglia Cinese.
Questa scoperta, avvenuta vicino alla costa tedesca a circa 20 metri di profondità, ha suscitato grande interesse tra archeologi e geologi per la sua natura unica e la sua datazione, che risale al Neolitico.
La Muraglia Cinese sottomarina: caratteristiche e scoperta
La Muraglia Cinese è universalmente riconosciuta come una delle grandi meraviglie del mondo, famosa per la sua estensione e la funzione difensiva lungo i confini dell’antica Cina. Dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987, continua ad attirare milioni di visitatori ogni anno. Tuttavia, la scoperta del suo “gemello” sommerso rappresenta un capitolo completamente nuovo nella storia delle costruzioni megalitiche. La struttura rinvenuta, chiamata Blinkerwall, è costituita da pietre disposte con precisione e si estende per circa un chilometro lungo il fondale marino.
Sebbene le sue dimensioni siano modeste rispetto all’incredibile lunghezza della Muraglia Cinese, ciò che rende il Blinkerwall straordinario è la sua antichità e la funzione attribuita dagli studiosi. Gli studi condotti sul Blinkerwall hanno rivelato che questa costruzione risale al Neolitico, epoca in cui le comunità umane iniziarono a stabilirsi e a sviluppare tecniche complesse di caccia e raccolta. Al contrario della Muraglia Cinese, che aveva un evidente scopo difensivo, questa muraglia sottomarina sarebbe stata concepita per un utilizzo offensivo: fungere da vera e propria trappola per renne.
Questa ipotesi si basa su analogie con altre strutture simili, conosciute come “aquiloni del deserto”, rinvenute in diverse aree geografiche come Giordania e Kazakistan. Questi “aquiloni” sono lunghi muri di pietra disposti in modo tale da incanalare gli ungulati verso aree dove era più semplice catturarli o abbatterli durante la caccia. Il Blinkerwall sembra rispecchiare questa stessa funzione, indirizzando gli animali verso trappole naturali o costruite dall’uomo.

Jacob Geersen, geologo presso l’Istituto di Ricerca Marina di Warnemünde (IOW), ha spiegato: «Con il progetto SEASCAPE stiamo esplorando nuove prospettive scientifiche integrando discipline diverse come geofisica, archeologia e ricerca paleoambientale. Questo approccio multidisciplinare è essenziale per interpretare correttamente queste strutture e il loro contesto storico». La scoperta del Blinkerwall apre nuovi orizzonti nella comprensione delle attività umane nel Neolitico, in particolare riguardo alle strategie di caccia e all’organizzazione sociale di comunità antiche.
La presenza di una struttura così complessa e funzionale sotto il livello del mare suggerisce che le variazioni del livello marino nel corso dei millenni hanno sommerso territori che un tempo erano abitati e sfruttati. Gli studi sono ancora in corso e i ricercatori puntano a integrare dati geofisici, archeologici e ambientali per ricostruire l’ecosistema e le pratiche umane dell’epoca. Questa scoperta sottolinea inoltre il potenziale nascosto dei fondali marini come archivio di informazioni storiche, spesso poco esplorato rispetto ai siti terrestri.
Il Blinkerwall rappresenta quindi non solo un fenomeno affascinante per la sua forma e funzione, ma anche un esempio di come le antiche popolazioni sapessero adattarsi e sfruttare l’ambiente con grande ingegno, lasciandoci testimonianze che ancora oggi sorprendono la comunità scientifica internazionale.