Recentemente, un gruppo di astronomi dell’Osservatorio WM Keck, situato sul Maunakea, nelle Hawaii, ha compiuto un passo straordinario nel campo dell’astronomia, riuscendo a rilevare e ascoltare per la prima volta i suoni prodotti da una stella relativamente vicina al nostro pianeta.
Questo straordinario risultato riguarda la stella HD 219134, situata a soli 21 anni luce dalla Terra, e rappresenta un’importante innovazione nella nostra capacità di studiare l’universo.
La scoperta dei suoni stellari
Tradizionalmente, le stelle emettono suoni, ma la loro natura e la distanza da cui ci osserviamo rendono impossibile la percezione diretta di queste “melodie” cosmiche. Fino ad ora, grazie alla tecnologia sviluppata dalla NASA, come i telescopi Kepler e TESS, gli scienziati sono stati in grado di ascoltare le oscillazioni delle stelle lontane, ma captare suoni da stelle più vicine era considerato quasi impossibile. Tuttavia, il recente lavoro condotto dagli astronomi hawaiani ha cambiato le carte in tavola.

La ricerca, pubblicata su The Astrophysical Journal, ha fornito dettagli sorprendenti su aspetti delle stelle che fino ad ora erano rimasti sotto silenzio. Grazie all’utilizzo del Keck Planet Finder (KPF), uno strumento all’avanguardia fornito dall’osservatorio, gli scienziati hanno potuto rilevare le oscillazioni che si propagano attraverso la superficie della stella. Questo approccio ha suscitato un rinnovato entusiasmo nella comunità scientifica, poiché ha dimostrato che stelle che in precedenza erano considerate troppo silenziose per essere analizzate possiedono invece una musica unica.
L’asterosismologia è il campo di studio che si occupa di queste oscillazioni stellari, simile al lavoro svolto dai sismologi per rilevare i terremoti sulla Terra. Attraverso l’analisi delle vibrazioni delle stelle, gli scienziati possono ottenere informazioni preziose sulla loro struttura interna, sulla loro massa, dimensione e persino sull’età. Yaguang Li, dell’Università delle Hawaii a Mānoa e principale autore della ricerca, ha dichiarato che ascoltare le vibrazioni delle stelle è come percepire una melodia individuale. “Ascoltando queste oscillazioni, possiamo determinare con precisione quanto è massiccia una stella, quanto è grande e quanti anni ha”, ha spiegato.
Fino a questo punto, i suoni stellari erano stati registrati principalmente da stelle calde e lontane; tuttavia, grazie alle nuove tecnologie, gli astronomi delle Hawaii sono riusciti a captare e registrare le oscillazioni di HD 219134, una stella di colore arancione e di temperatura più bassa rispetto al Sole. Il team di ricerca ha dedicato quattro giorni alla raccolta di dati, effettuando circa 2.000 misurazioni estremamente precise della velocità della stella, monitorando il movimento della sua superficie mentre si avvicinava e si allontanava dall’osservatore.
Una delle scoperte più interessanti riguarda le oscillazioni di HD 219134, che avvengono ogni quattro minuti. Per rendere questi suoni udibili, gli scienziati hanno dovuto accelerare le vibrazioni di circa 250.000 volte. Questo processo ha permesso di trasformare le oscillazioni in un formato che può essere percepito dall’orecchio umano, fornendo così un’opportunità unica per studiare la struttura e la dinamica della superficie stellare.
Dai dati raccolti, gli scienziati hanno dedotto che HD 219134 ha un’età di circa 10,2 miliardi di anni, rendendola più vecchia del nostro Sole e la stella di sequenza principale più antica mai misurata utilizzando l’asterosismologia. Questa scoperta non solo arricchisce la nostra conoscenza delle stelle, ma offre anche un’indicazione dell’età della porzione di universo che ci circonda. Le stelle più giovani tendono a ruotare più rapidamente e, nel corso del tempo, questa rotazione rallenta, un fenomeno studiato attraverso la girocronologia.