L’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa ha profondamente trasformato il panorama educativo, portando con sé nuove sfide per insegnanti e studenti.
La crescente diffusione di strumenti come ChatGPT per la realizzazione di elaborati scritti fa emergere un dibattito acceso sul futuro dei compiti a casa e sulle strategie per contrastare eventuali forme di imbroglio.
L’impatto dell’intelligenza artificiale sui compiti scolastici
L’adozione massiccia di sistemi di intelligenza artificiale ha modificato radicalmente il modo in cui gli studenti affrontano i compiti domestici. Come sottolineato da Gisella Laterza, docente e scrittrice intervenuta nel programma “Materia Grigia” di Sky Tg24, la situazione è già evidente nelle scuole: “Si nota chiaramente nelle versioni di latino, dove in passato esistevano già traduzioni complete sul web, e ora con i temi scritti”. La professoressa ha indicato una soluzione pratica e immediata in risposta a questa problematica: “La chiave è far svolgere i compiti in classe, così da avere la certezza che lo studente scriva personalmente, almeno per quel breve periodo”.
Questa tendenza all’utilizzo dell’IA è spesso motivata dalla difficoltà degli studenti a iniziare un elaborato, soprattutto tematiche complesse come i temi. Secondo Laterza, il ricorso all’intelligenza artificiale è una risposta all’ansia da prestazione, un ostacolo superabile solo attraverso la pratica costante della scrittura. Un recente sondaggio condotto dall’Indire ha rivelato che il 75% degli insegnanti ritiene indispensabile una formazione specifica per integrare efficacemente queste nuove tecnologie nella didattica.
Riconoscere un elaborato prodotto dall’IA non è semplice, ma esistono indizi linguistici e stilistici che i docenti possono sfruttare. Tra i segnali più comuni si annoverano l’uso di un lessico troppo formale o uniformemente elevato, strutture sintattiche complesse ma innaturali, mancanza di riferimenti personali e un livello espressivo incoerente con il profilo dello studente. Per supportare i docenti in questa attività, sono disponibili strumenti digitali avanzati come Turnitin, GPTZero e Copyleaks. Questi software analizzano il testo con algoritmi basati su parametri linguistici, restituendo una valutazione probabilistica sull’origine artificiale del contenuto.

Tuttavia, il loro utilizzo deve essere affiancato da un’attenta valutazione umana per evitare falsi positivi e comprendere il contesto. La sfida educativa non può essere affrontata solo con metodi di controllo o strumenti tecnologici. Serve un cambiamento culturale che coinvolga tutta la comunità scolastica. Molti insegnanti stanno sperimentando attività più personalizzate, basate su esperienze concrete degli studenti, esercitazioni svolte in aula sotto supervisione diretta e colloqui individuali volti a discutere i contenuti degli elaborati. Fondamentale è anche l’educazione all’uso consapevole dell’intelligenza artificiale, che deve essere inserita nel percorso formativo per spiegare vantaggi, limiti e implicazioni etiche di queste tecnologie.
Solo così gli studenti potranno utilizzare l’IA come uno strumento di supporto e non come un sostituto del proprio impegno. Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, intervenendo sulla circolare del 28 aprile 2025, ha riaffermato la necessità di mettere al centro “le esigenze della persona dello studente”, promuovendo una collaborazione tra insegnanti e famiglie per una programmazione equilibrata dei compiti. Il ministro ha sottolineato l’importanza di un giusto bilanciamento tra strumenti digitali e metodologie tradizionali, per favorire lo sviluppo dell’autonomia e del senso critico degli alunni.