In occasione della Giornata Mondiale dell’Insegnante, istituita per commemorare l’adozione delle Raccomandazioni UNESCO sullo status degli insegnanti, il contesto italiano presenta ancora molte criticità, nonostante l’importanza cruciale del ruolo docente per la società.
Quest’anno, la ricorrenza si concentra sul tema “Riformulare l’insegnamento come professione collaborativa”, ma la realtà italiana resta segnata da stipendi stagnanti, precarietà diffusa e una progressiva perdita di autorevolezza degli insegnanti.
Una professione strategica ma poco valorizzata
Gli insegnanti italiani continuano a svolgere una funzione essenziale, spesso al di là del semplice insegnamento, ma il riconoscimento economico e sociale non è all’altezza del loro contributo. Negli ultimi anni, il settore ha assistito a numerose riforme del sistema di reclutamento, ben 13 negli ultimi 35 anni, che tuttavia non hanno risolto il problema del precariato, ormai radicato nel sistema scolastico nazionale.
Secondo l’analisi della Tecnica della Scuola, la continua modifica delle modalità di accesso alla professione, con percorsi formativi spesso affidati a enti privati e università telematiche a costi elevati, ha finito per penalizzare chi aspira a entrare nel ruolo. Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, denuncia come questo sistema sia caratterizzato da improvvisazione e dalla ricerca di consenso politico a scapito della stabilità lavorativa dei precari, proponendo che la formazione in ingresso diventi gratuita e accessibile come diritto per chi si trova in stato di precarietà.
Il confronto tra le retribuzioni degli insegnanti degli anni Novanta e quelle attuali evidenzia una sostanziale stagnazione, se non un peggioramento, del potere d’acquisto. Nel 1997, lo stipendio lordo mensile era intorno ai due milioni e 243 mila lire, con una parte significativa destinata alle spese essenziali e all’Irpef. Nel 2025, lo stipendio lordo si attesta sui 2.290 euro mensili, ma il peso delle spese di base e delle imposte lascia ai docenti ben poco margine di risparmio.

Attilio Varengo, segretario nazionale di Cisl Scuola, sottolinea come la situazione economica dei docenti sia sempre stata difficile, ma oggi la combinazione di costi crescenti e salari fermi rende la condizione insostenibile. Nonostante ciò, le richieste e le responsabilità professionali aumentano costantemente, tra cui la formazione continua, la gestione burocratica e i rapporti con le famiglie.
Un dato preoccupante riguarda il calo dell’autorevolezza della figura del docente. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, tra il 2023 e il 2024 sono state registrate ben 133 aggressioni ai danni degli insegnanti, un fenomeno che fino a pochi anni fa era impensabile. Questo testimonia una crescente difficoltà nel mantenere l’autorità e il rispetto all’interno delle scuole.
Il pedagogista Daniele Novara rimarca come per invertire questa tendenza sia indispensabile investire maggiormente nella formazione continua degli insegnanti, ridurre la burocrazia che grava sul loro lavoro e rilanciare un patto educativo solido con le famiglie, per ricostruire un clima di fiducia e collaborazione.
In sintesi, la Giornata Mondiale dell’Insegnante 2025 in Italia mette in luce una situazione complessa, fatta di lotte quotidiane per la stabilità lavorativa, la giusta retribuzione e il riconoscimento sociale, elementi imprescindibili per valorizzare una professione che rappresenta il fulcro della crescita culturale e civile del Paese.