Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al parere favorevole del Governo sull’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il personale del comparto Istruzione e ricerca per il triennio 2022-2024.
La decisione segue la sottoscrizione, avvenuta lo scorso 5 novembre da parte di Aran e delle principali organizzazioni sindacali di categoria, ad eccezione della Flc Cgil, e attende ora la firma definitiva dopo la convocazione in Aran, prevista a breve.
Incrementi salariali significativi e arretrati per oltre un milione di lavoratori
Il rinnovo contrattuale prevede aumenti medi mensili di 160 euro lordi, che si traducono in un incremento netto di circa 70 euro in busta paga rispetto all’indennità di vacanza contrattuale già erogata. Questo aumento coinvolge circa 1,3 milioni di lavoratori del settore scuola e ricerca, con un valore medio degli arretrati che si attesta intorno ai 1.600 euro per ciascun dipendente. Inoltre, è prevista l’erogazione di un una tantum di 150 euro nel 2026, che sarà soggetta a tassazione separata. Questi interventi rappresentano un passo avanti significativo rispetto agli ultimi anni, in cui il personale scolastico ha spesso lamentato ritardi e insufficienze nelle trattative contrattuali.
Un elemento di novità importante introdotto dal rinnovo riguarda l’estensione delle assicurazioni sanitarie obbligatorie per tutto il comparto a partire dal 2026. La copertura assicurativa sarà comprensiva non solo degli infortuni sul lavoro, ma anche del rischio connesso al tragitto casa-scuola, un tema particolarmente sentito dal personale docente e amministrativo. Questa misura è stata resa possibile grazie all’impegno del legislatore, che ha stanziato le risorse necessarie per garantire un ampliamento delle garanzie previdenziali e assicurative, andando così a colmare alcune lacune esistenti nel sistema di tutela per i lavoratori della scuola e della ricerca.
Marcello Pacifico, presidente di ANIEF, ha commentato con soddisfazione: “Nel 2026 ci siamo impegnati a chiudere la parte economica per garantire un aumento ulteriore di almeno 140 euro medi mensili netti a partire dal 2027, oltre al riconoscimento del diritto al buono pasto per il personale scolastico”. Pacifico ha inoltre sottolineato la necessità di prevedere ulteriori risorse nella prossima legge di bilancio, specificamente dedicate al comparto, per colmare il consistente divario retributivo rispetto ai lavoratori delle funzioni centrali.

Le organizzazioni sindacali puntano a ottenere incrementi salariali aggiuntivi nel triennio 2025-2027, con l’obiettivo di ridurre il divario retributivo che attualmente vede il personale delle funzioni centrali percepire mediamente circa 10.000 euro annui in più rispetto ai colleghi della scuola. Un gap che si è invertito nel corso degli ultimi 25 anni: se oggi i lavoratori della scuola guadagnano meno, nel passato era vero esattamente il contrario.
Il riconoscimento del diritto al buono pasto entro il 2027 rappresenta uno degli obiettivi principali delle trattative sindacali future, assieme alla richiesta di stanziamenti aggiuntivi già dalla prossima legge di bilancio per assicurare un trattamento economico più equo e dignitoso. Questi temi saranno centrali nelle prossime fasi negoziali del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del comparto istruzione e ricerca, in un contesto in cui la valorizzazione del personale scolastico continua a essere una priorità imprescindibile.
