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7 abilità che la tecnologia renderà obsolete nel 2016

L’arte perduta della dattilografia

 

Abbiamo passato una vita a imparare cose, dai tempi dell’asilo fino al mondo del lavoro, acquisendo una mole di abilità che fanno di noi dei supereroi in miniatura. Abbiamo guadagnato street credibility sul campo, ci siamo destreggiati tra colloqui e commercialisti, tra affitti da pagare e appuntamenti galanti. Siamo diventati adulti, abbiamo finalmente trovato le nostre sicurezze e quando ormai il più sembrava fatto, cambia tutto di nuovo.

La vita nel 2016 è un continuo corso d’aggiornamento e un sacco di cose che abbiamo imparato, ormai non servono più a niente, soppiantate dal loro corrispettivo tecnologico.

L’unica sicurezza è che la iGen, la generazione nata dopo gli anni ’90 è molto più aperta di noi alle novità e nasce in un regime di tecnologia acquisita, quindi di sicuro sente meno il gap che accusiamo noi nati negli ’80 o prima.

Ad esempio, qui sotto ci sono 7 abilità che i trentenni conoscono bene e che stanno per diventare preistoria.

 

1) Scrivere in corsivo

Neanche Renzi scrive più in corsivo.

Come vedete, nemmeno il Premier Renzi scrive più in corsivo. E voi, quando avete scritto in corsivo l’ultima volta? A pensarci, anni e anni di scuola e di bella calligrafia per poi dover reimparare a scrivere sulla tastiera QWERTY senza sembrare dei perfetti inetti che cercano le lettere girando a caso l’indice sui tasti. Siamo diventati veloci nel digitare, maestri nell’aprire link e scrivere password criptate, ma davanti a un fogli di carta bianco, non sappiamo quasi più scrivere.

 

2)  Spedire lettere

Il Postino legge una lettera a Neruda.

Sembra strano, eppure più diventiamo esperti nell’aprire email, nel separare lo spam dalle comunicazioni interessanti, nel mettere in CC: i nostri contatti oppure nell’aprire fogli di lavoro interattivi, meno siamoo capaci di fare una cosa semplice semplice come scrivere una lettera a mano, affrancarla, scrivere il mittente al posto giusto e l’indirizzo dalla parte opposta della busta. Da quanto tempo non scrivete una cartolina, anche solo d’auguri di Natale? Ecco.

 

3) Leggere la mappa

Il mitico TuttoCittà, senza il quale negli anni ’80 eri totalmente perso.

Diciamocela tutta, da quando ogni smartphone è diventato anche un navigatore, non sappiamo più leggere una cartina stradale. Ci facciamo guidare passivamente dalla voce amica, ci facciamo dire dove dobbiamo girare, qual è la strada in cui non si paga, dove sono gli autovelox e dove sono le aree di servizio. Ma questo è il meno. Siamo capaci di usarlo anche a piedi, per andare da un isolato a un altro. Se tutt’un tratto il gps sparisse, tornare a TuttoCittà sarebbe drammatico.

 

4) Andare in biblioteca

Un libro di 1000 pagine sta in un ebook da nemmeno un mega.

Un’altra abitudine che sta morendo, quella di andare in biblioteca a prendere in prestito dei libri. Sì, quelli di carta, con le parole scritte dentro. Perché leggere leggiamo, anche più di prima, ma lo facciamo sullo schermo del computer, dello smartphone, del tablet o dell’ebook reader. E leggiamo di tutto, in fretta, introiettando rapidamente le nozioni per poi leggerne altre. Sempre di fretta, con gli occhi più stanchi.

 

5) La comunicazione faccia a faccia

La conversazione, come l’abbiamo sempre intesa è sempre meno frequente. Troppi impegni, poco tempo a disposizione per le chiacchiere e troppe possibilità tecnologiche di dialogo, senza nemmeno l’impiccio di spostarsi dal letto. I social, le chat, le app di incontri, i forum. Abbiamo tutto ciò che serve per non dover parlare a voce mai più. Che con certi scocciatori in giro non è male per niente.

 

6) Scattare foto che non siano selfie

Sai che foto profilo ci viene?

Non c’è più nessuna necessità di scattare foto al panorama, senza piazzare il nostro bel faccione davanti. Tutti in giro con i selfie stick, per mostrare al mondo che ci stiamo divertendo e perché no, per prendersi qualche complimento gratuito sui social. Il selfie ha anche aggiornato la traduzione dell’autografo di fronte al personaggio famoso. Ormai, se non hai una foto con lui non sei nessuno.

 

7) La pazienza e la capacità di attenzione

In che senso?

Oggi arrivano molti più stimoli che in passato, a una velocità esorbitante. Pensate allo stream eterno di Facebook o a tutte le serie tv coi sottotitoli che guardiamo continuamente. ADSL e fibra sempre più veloci per non dover attendere nemmeno un secondo, e quando il computer s’impalla o cade la linea internet per qualche minuto, diventiamo rabbiosi come cani idrofobi e ci attacchiamo al 4G con il telefono. Non riusciamo più a prenderci il tempo per guardare un film senza dare un’occhiata allo smartphone almeno una volta. La pazienza è una dote in via d’estinzione, così come la concentrazione. Ecco, su questo punto dovremo lavorare di più.

[via Mashable]

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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