Lo scandalo Donnarumma (nel senso di Antonio) è l’ennesima sconfitta del merito

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“Accordo totale tra Milan e Donnarumma” è questo il titolo con cui nella notte Eurosport ha annunciato la fine del primo grande caso di mercato dell’estate 2017. Chiusa la bega contratto, però, si è aperto uno scandalo ancora più grosso. E l’argomento principale non è la cifra percepita dal portiere del Milan, ma una clausola che crea imbarazzo vero.

Breve riassunto: protagonista è Gianluigi Donnarumma detto Gigio, il portiere prodigio, esploso ancora minorenne e diventato simbolo del nuovo Milan, ma pronto a trasformarsi da possibile bandiera a traditore mercenario in caso non rinnovi il proprio contratto. Il punto di svolta è l’annuncio della dirigenza del Milan del 15 giugno: Donnarumma non rinnova, non è bastata l’offerta di cinque milioni di euro netti all’anno per cinque anni, il suo agente Mino Raiola ha deciso che il giocatore non firma.

 

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E giù di insulti sempre più pesanti, che arrivano sulle spalle di un ragazzino classe 1999 che si ritrova apostrofato come Dollarumma e si vede piovere addosso finti dollari mentre gioca l’Europeo di categoria con la Nazionale Under 21. Il cattivo della storia è ovviamente interpretato da Mino Raiola, che tutto ha per essere perfetto nel ruolo, compreso un curriculum di colpi di genio/malefatte che l’hanno reso il migliore/peggiore procuratore degli ultimi anni.

Come nella più classica delle storie, dopo un secondo atto di lotte e sofferenza, ci si avvicina al lieto fine: l’Europeo di Donnarumma non è dei migliori, mentre i giornali sportivi raccontano di triangoli comunicativi tra la famiglia, il Milan e il procuratore. Fino a ieri notte, fino all’annuncio di Eurosport: Donnarumma e il Milan rinnovano, per la cifra di sei milioni di euro netti all’anno.

 

Alla fine, quindi l’ha spuntata Raiola, portando a casa un milione in più e rendendo Donnarumma il giocatore più pagato della serie A dopo i due migliori attaccanti del campionato, ovvero Gonzalo Higuain e Paulo Dybala. Cifre esagerate? Probabile, ma non è questo il punto vero della questione.

Il punto vero della questione è che in realtà la famiglia Donnarumma incasserà un altro milione a stagione. Non si tratta dei soliti bonus, ma di un benefit molto particolare: i Donnarumma e Mino Raiola hanno infatti ottenuto un pacchetto famigliare, inserendo nel contratto di Gigio la clausola dell’acquisto del fratello Antonio, a sua volta portiere. Antonio Donnarumma rivestirà il ruolo di terzo portiere della squadra, con uno stipendio da un milione di euro annui.

 

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E qui si arriva al vero scandalo di questa faccenda, perché se il contratto di Gigio Donnarumma è frutto della più classica dinamica di mercato (il Milan lo paga tantissimo nella speranza di avere in casa il miglior portiere della sua generazione o di venderlo a peso d’oro in futuro), il contratto di Antonio Donnarumma è frutto del peggiore familismo anti-meritocratico italiano. Perché Antonio Donnarumma è un signor nessuno, che vanta una sola presenza in serie A con il Genoa nell’ultima giornata del Campionato 2012/2013 e che lo scorso anno ha giocato in Grecia nell’Asteras, squadra che ha chiuso al tredicesimo posto. Secondo Transfermarkt, il suo valore di mercato si aggira intorno ai 700mila euro, ovvero il 30% in meno di quello che guadagnerà a partire dal giorno della firma (del fratello).

Non è la prima volta che un giocatore di peso riesce a imporre un fratello in un pacchetto famiglia, ma qui siamo veramente al paradosso. Il portiere che è riuscito a emergere grazie ai propri meriti, scavalcando ogni gerarchia e mandando in panchina giocatori più titolati di lui è ora il giocatore che si mette di traverso bloccando sogni e prospettive di altri giovani promesse come lui, tutto per il bene superiore della famiglia. Chissà come si sentirà, per dire, Alessandro Plizzari, portiere della Primavera del Milan e della Nazionale Under 20, che di colpo si ritrova completamente a caso un secondo Donnarumma sulla propria strada.

Se il ritorno di Donnarumma e Raiola verso il Milan poteva essere letto come una vittoria della società e della sua strategia di fermezza, appare evidente che questo finale, con un totale di due milioni di euro all’anno in più alla famiglia Donnarumma, segna il netto trionfo del procuratore dei procuratori. E l’ennesima sconfitta del merito, ma a quello siamo abituati.

Marco Villa

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Marco Villa

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