La lettera di Laura Boldrini a Mark Zuckerberg fa riflettere sull’odio dilagante su Facebook

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Non appena si sono chiusi i battenti sul circo sanremese, che per una settimana distrae gli italiani dalla vita reale, ecco tornare la Presidente della Camera Laura Boldrini su un argomento d’attualità, la cui risoluzione diventa sempre più pressante, quello dell’odio sui social.

Tramite una lettera pubblicata sulle pagine di Repubblica, la Boldrini ha chiesto a Mark Zuckerberg, il fondatore e amministratore delegato di Facebook di attenersi allo slogan “Su Facebook non c’è posto per l’odio”. Questa frase era stata pronunciata da Zuckerberg dopo l’indagine tedesca secondo cui Facebook avrebbe incitato all’odio in seguito alla mancata rimozione di pagine neonaziste nel novembre del 2016.

La Boldrini scrive a chiare lettere che anche in Italia, molto è ancora da fare per dare un freno all’odio social, che a suo tempo ha già fatto più di una vittima, pensiamo alla storia tragica di Tiziana Cantone e del bullismo in rete.

La Presidente della Camera incalza il Ceo di Facebook dati alla mano: il ritardo con cui sono stati cancellati i gruppi di stupro virtuale, alcuni dei quali sono sempre attivi e fa notare a Zuckerberg che nel nostro paese l’apologia di fascismo è un reato, quindi non dovrebbero esistere pagine o gruppi inneggianti a Mussolini. Per la cronaca, l’ANPI ne ha catalogati 300, attivi e indisturbati.

 

Pagine e gruppi inneggianti al fascismo su Facebook

 

Altro dato preoccupante, nel primo semestre del 2016, di tutti i contenuti segnalati come discriminatori o razzisti, ne sono stati cancellati da Facebook solo un misero 4%  e anche sul fronte degli insulti a sfondo sessista, omofobo o del cybebullismo in generale non siamo messi meglio, probabilmente, spiega la Boldrini, a causa della mancanza di un ufficio operativo dell’azienda nel nostro paese.

L’Italia sembra penalizzata anche dal punto di vista delle notizie false o bufale, che girano indisturbate su Facebook e che spesso sono la miccia dell’odio social o della creduloneria diffusa.

Il Fatto Quotidaino, ex Il Giomale

 

La richiesta della Presidente della Camera, direttamente al boss di Facebook è che possa aprire un ufficio italiano di Facebook, per salvaguardare i nostri 28 milioni di utenti. Domanda già fatta in precedenza al vicepresidente della public policy di Facebook per l’Europa e accolta in modo superficiale ed evasivo, che ha portato la Presidente a rivolgersi direttamente a Zuckerberg con una lettera aperta, della quale condividiamo ogni virgola.

Capita sempre più spesso che contenuti innocui come foto d’arte o installazioni vengano segnalate e cancellate solo perché mostrano un seno femminile nudo, mentre post violenti, offensivi, intimidatori e addirittura criminali possono circolare liberi sul social, incitando all’odio gli utenti. Una prassi consolidata che va fermata in modo assoluto.

Simone Stefanini

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