La dislessia è un disturbo neurologico che non permette a chi ne è affetto di leggere un testo per intero, comprenderne il significato di tutte le parole o saperle riscrivere correttamente.
È un fenomeno molto diffuso: secondo uno studio pubblicato due anni fa, nel mondo una persona su dieci è dislessica. È indipendente dall’intelligenza dei soggetti, riguarda solo l’apprendimento legato alla lettura – chi è dislessico non ha alcun problema a seguire una lezione orale, ad esempio – e non c’entra con la propria lingua di appartenenza.
Più in generale, il dislessico confonde le parole con una fonetica simile o ha problemi a distinguere le singole lettere che graficamente si assomigliano. A peggiorare la situazione c’è che difficilmente un soggetto riesce a capire da solo di essere affetto da tale disturbo, nonostante legga articoli ogni giorno o navighi continuamente in rete. Ci si rende conto, quindi, di quanto sia complesso far capire a chi è estraneo a questo tipo di problemi cosa significhi essere dislessico.
Ci sono diversi siti e molti strumenti utili in tal senso, in più esistono numerosi progetti online con il preciso scopo di aiutare i dislessici e, al tempo stesso, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento.
Uno dei più interessanti è sicuramente dyslexiefont.com: è un sito curato dal designer tedesco Christian Boer dove è possibile scaricare un font le cui lettere sono disegnate apposta per non essere confuse. Il font è compatibile con ogni programma di scrittura e ogni browser web, in modo che chi è dislessico possa leggere qualsiasi tipo di file, scrivere correttamente e navigare normalmente su ogni sito internet.
Un altro progetto molto interessante è quello del programmatore Victor Windel: ha creato un codice che visualizza un testo dove le parole ed i numeri cambiano ogni venti secondi, simulando così come le vede un dislessico.
Windel ha raccontato a Wired la nascita di questa pagina web: “Mi è tornata in mente una conversazione di molto tempo fa con una mia amica dislessica. Per curiosità ho chiesto che tipo di esperienza poteva essere per lei leggere un testo, mi ha spiegato che era come se le lettere saltassero in giro per la pagina, allora ho pensato che sarebbe stato interessante costruire qualcosa di interattivo che potesse simulare questa sensazione. Ovviamente si può essere dislessici in molti modi, questo particolare esempio era piuttosto facile da tradurre in codice e ho deciso di farlo immediatamente”.
[via wired.com]
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