Come abbiamo già detto spesso, amiamo l’Islanda. Innanzitutto è un paese del tutto laico, in cui (ciliegina sulla torta) le zanzare non esistono. Basterebbero queste due cose per farci prendere il primo aereo in direzione Reykjavík, ma da oggi abbiamo un altro validissimo motivo per invidiare gli islandesi: il loro paese infatti per legge ha reso obbligatoria la parità salariale tra uomini e donne.
Su due piedi verrebbe da pensare: ma perché, non è già così ovunque? Niente di più sbagliato. Tra le tante lotte di civiltà che spesso facciamo, questa dovrebbe avere la priorità assoluta perché ancora oggi nel mondo le donne guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini (lo afferma l’Onu). Un’ingiustizia, un furto storico che continua anche nella nostra società, senza motivo che non sia il pregiudizio e l’odio di genere.
In Islanda invece è scattata la legge che impone a ogni azienda con più di 25 dipendenti di assicurare pari retribuzione e pari qualifica a uomini e donne. L’Islanda è guidata da una coalizione verde e il premier è una donna, Katrin Jakobsdóttir, giusto per far capire quanto sia avanti.
La legge multerà fino a 50mila corone islandesi (450 € circa) per ogni violazione. L’applicazione della legge sarà graduale per permettere anche alle piccole aziende di mettersi in pari. Un passo avanti enorme per la parità delle opportunità tra donne e uomini, ma di strada ce n’è sempre tanta da fare.
[via La Repubblica]
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