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Come funziona il Kottabos, il gioco alcolico degli antichi greci

Qualche mese fa vi abbiamo proposto un gioco alcolico orginario degli Stati Uniti preso dalla serie tv New Girl. Stavolta ci spostiamo nello spazio e nel tempo e vi proponiamo il kottabos, un gioco alcolico in voga tra gli antichi greci il cui scopo era colpire un bersaglio con delle gocce di vino.  Nonostante sia piuttosto datato, questo gioco resta facilmente replicabile.

 

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Questo gioco ci è arrivato in due diverse versioni: la più canonica e di cui si trovano più testimonianze prevedeva l’utilizzo di un’asta di lunghezza variabile su cui veniva poggiato in bilico un disco di bronzo chiamato plastinx. Lo scopo di questa versione del gioco era quello di centrare con i rimasugli del proprio calice di vino il dischetto di bronzo al fine di farlo cadere rumorosamente su un piatto di metallo posizionato a due terzi dell’asta chiamato manes. I concorrenti giocavano da stesi, disposti in cerchio attorno all’asta a circa due metri di distanza da essa e a turno lanciavano i residui delle loro coppe (le kylix ) verso il plastinx (il disco in cima all’asta). Chi riusciva a far cadere ruomorosamente il plastinx vinceva il gioco.

 

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Se i vostri vicini sono facilmente infastiditi dal rumore, vi consigliamo la seconda versione di questo gioco, che divenne popolare tra gli antichi proprio perché più silenziosa ed elegante: in questo caso i concorrenti miravano a delle ciotole galleggianti immerse in acqua e lo scopo era quello di affondarle con la stessa tecnca di lancio dei rimasugli della propria coppa.

In entrambe le versioni del gioco era considerato di fondamentale importanza compiere il gesto del lancio con estrema eleganza (rovesciarsi il vino addosso comportava la squalifica immediata) tanto che il lancio del kottabos aveva un suo preciso nome: ankilè. Il lancio del kottabos e quello del giavellotto erano strettamente collegati poichè la posizione delle mani per afferarre le kylix (le coppe dei singoli concorrenti) e la lancia era la stessa. Questo gioco era particolarmente popolare durante i simposi, ma diventò una vera e propria moda come confermato dalle testimonianze di Critia e Sofocle, tanto che alcuni esponenti dei ceti abbienti si fecero costruire delle sale circolari destinate al solo gioco del kottabos. Il premio consisteva nel guadagnarsi i “favori” di un altro concorrente di cui al momento del lancio si gridava il nome, i tempi però sono cambiati e al limite potrete riuscire a strappare un bacetto alla vostra cotta del momento.

 

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Un gioco di abilità, ma attenzione, per avere dei rimasugli di vino nella coppa bisogna prima berne la maggior parte e le kylix originariamente avevano un volume di circa 750cl (un’ intera bottiglia di vino per intenderci) . Sì decisamente un gioco alcolico.

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Matteo Scotini

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